La musica oltre l’arte
Ludwig van Beethoven una volta disse che “la musica è una sapienza più alta della filosofia e della teologia”. Questa dichiarazione audace acquista una nuova profondità nel contesto odierno della fisica quantistica e dell’epigenetica, dove il concetto di frequenza assume una nuova profondità.
Oggi la musica, tradizionalmente vista come forma d’arte, rivela la sua essenza anche come fenomeno biologico e cosmico profondamente radicato nella struttura della realtà.
La musica si intreccia con la biologia umana, risuona con le vibrazioni cosmiche; non è solo un piacere per l’orecchio ma un potente strumento di connessione con l’universo a tutti i livelli, è una forza fondamentale, un linguaggio universale che parla al corpo, alla mente e all’anima, collegandoci direttamente alla trama vibrante dell’universo.
La comprensione e l’utilizzo consapevole delle proprietà della musica allora, possono non solo arricchire la vita quotidiana ma anche sbloccare nuove dimensioni di connessione e comprensione tra l’uomo e il vasto universo di cui fa parte.
Musica e Biologia: vibrazioni che modellano la vita
La natura nel suo complesso è un insieme di meravigliose sinfonie: dai canti degli uccelli al rumore del vento e delle onde del mare… Rilassarsi diventa facile quando ci connettiamo alla terra e ascoltiamo la sua musica!
La biologia umana risponde a queste frequenze in modi che vanno oltre la semplice percezione auditiva.
Gli effetti e il valore terapeutico delle vibrazioni sul corpo umano applicati attraverso i suoni, noti fin dai tempi antichi, hanno iniziato recentemente ad essere utilizzati in campo terapeutico e soprattutto a fini riabilitativi o a scopi diagnostici.
In linea con i principi dell’epigenetica, Carlo Ventura, professore all’Università di Bologna, specialista in cardiologia e di ricerca biochimica, ha dimostrato che le cellule comunicano attraverso vibrazioni di luce e suono, suggerendo l’idea che ogni cellula non sia solo un’entità biologica ma anche uno strumento che vibra in risposta al suo ambiente.
Emiliano Toso, musicista compositore e biologo cellulare, ha riscontrato nei suoi studi come il linguaggio della musica sia molto simile a quello della vita: il ritmo, la melodia, l’intonazione con cui possiamo leggere uno spartito musicale determinano l’autenticità e l’emozione che l’ascoltatore prova in quel momento e grazie a quella vibrazione possono nascere trasformazioni a livello fisico, emozione e mentale.
Possiamo paragonare la cellula ad uno strumento musicale che vibra con il suo citoscheletro risuonando con l’intero universo interno a noi.
Una nuova biologia, l’epigenetica, ci aiuta a comprendere come la vita non sia soltanto la decodifica di una porzione di DNA, che rappresenta un po’ il libretto di istruzioni delle nostre cellule, e neppure soltanto un’espressione dell’ambiente, ma proprio la loro danza, il movimento che le fa interagire.
La sinfonia cosmica dell’universo
La vita con i suoi ritmi è suono e il suono è vita. Tutto ciò che vive vibra. Viviamo in un vasto mare di onde sonore, simile alle innumerevoli melodie che si generano da un unico suono primordiale. Dal nostro DNA fino alle profondità del cervello, passando per i nostri recettori e le nostre cellule, si verifica un costante scambio di informazioni veicolate attraverso un intenso flusso vibratorio che si estende dal nostro materiale genetico fino alla struttura mutevole del nostro pianeta, al sistema solare e alle miriadi di stelle della Via Lattea. Benché questi suoni siano inudibili all’orecchio umano senza l’ausilio di strumenti tecnologici, costituiscono una parte essenziale della nostra comprensione del cosmo. Il suono e la musica estendono la nostra percezione oltre il visibile, collegando ogni essere umano a un’orchestra cosmica che esiste da miliardi di anni.
La Terra, come ogni altro corpo celeste, emana una sorta di “suono di fondo” noto come frequenza di Schumann. Il suo impatto diretto sulla salute e sul benessere umano è ancora oggetto di indagine, tuttavia, alcuni esperti di musicoterapia ritengono che l’accordatura degli strumenti musicali a 432 Hertz possa armonizzarsi meglio con la frequenza di Schumann, potenzialmente contribuendo a un maggiore equilibrio e benessere per coloro che ascoltano questa musica.
Frequenze benefiche e la programmazione neurosonica
La musica ha sempre avuto un ruolo significativo nella storia dell’umanità, non solo come forma d’arte, ma anche come strumento di influenza psicologica e culturale. Uno degli utilizzi meno noti, ma storicamente rilevanti, è stato in ambito bellico. Durante i conflitti, la musica è stata impiegata per motivare le truppe, intimorire i nemici e consolidare l’ideologia. L’intonazione standard utilizzata, soprattutto nel periodo nazista, era 430 Hz, anche se storicamente è più comune il riferimento ai 440 Hz: frequenze che stimolano il sistema limbico del cervello, la parte responsabile delle emozioni, aiutando a creare un senso di unità e fervore tra le masse inducendo tensioni legate all’induzione della paura e della tensione.
Oggi, in un processo opposto e speculare, con l’avanzamento della programmazione neurosonica, è possibile utilizzare la musica per potenziare la mente favorire il benessere, influenzando positivamente il cervello attraverso i toni binaurali a 432 Hertz.
Come spiega Riccardo Tristano Tuis nel suo libro 432 Hertz: La rivoluzione musicale:
“I ritmi febbricitanti della vita moderna e i relativi problemi di sopravvivenza, sommati all’alimentazione, all’inquinamento acustico e musicale, portano il corpo e il cervello a ‘stazionarsi’ in una frequenza sempre di più disarmonica, che i ricercatori hanno denominato Decoerenza neurale dello stato Beta.
L’Homo Industrialis e, soprattutto, l’Homo Technologicus, sta sempre meno sintonizzato sulle bande di frequenza cerebrali coerenti dello stato Alpha (mente calma e ricettiva, acuta concentrazione e rilassamento vigile), dello stato Theta (meditazione profonda, ispirazione creativa, sonno REM) e dello stato Delta (sonno senza sogni e rigenerazione cellulare), “fossilizzandosi” cronicamente sulla banda dello stato Beta (allerta e concentrazione) sovraffaticando il sistema nervoso e le ghiandole endocrine preposte al meccanismo di sopravvivenza Lotta e fuggi. Questo perenne stato di allerta dell’uomo moderno, che ai giorni nostri viene chiamato Sindrome da Stress è l’effetto neuroendocrino di questa disarmonia di frequenze non biocompatibili presenti nell’ecosistema umano che lo fa ammalare e non gli permette un processo cognitivo ottimale”.
Secondo il dottor Victor Beasley, appartenente al gruppo di ricerca presso la statunitense University of the Trees: “ogni cellula ha un campo magnetico che interagisce con quelli delle cellule simili vicine, dando così origine al campo magnetico di un sistema particolare all’interno del corpo umano”. Le vibrazioni dei vari atomi creano così una risonanza e si aggregano nelle cellule con atomi simili. Può accadere che per una qualsiasi causa, queste nostre note di risonanza interiore siano stonate, generando un malessere, ma è in nostro potere ridare il “LA” al nostro corpo attraverso la meditazione e la musica, ristabilendo in questo modo l’ordine nell’organismo.
Metaforicamente il corpo umano è proprio uno spartito, una sinfonia; perciò, può accadere che alcune note stonate turbino la perfezione della scrittura musicale. Abbiamo quindi bisogno di un accordatore, di un direttore, di una guida, di qualcosa che riporti l’ordine nell’orchestra. Ascoltare musica a 432Hz ci aiuta al riequilibrio. Questi suoni vibrano nel nostro corpo, liberando blocchi emotivi ed espandendo la nostra coscienza. 432 Hz crea unità invece di separazione con frequenze che espandono i nostri cuori!