Al Festival dell’Economia di Trento si accende il dibattito sulla salute mentale nei luoghi di lavoro
“La salute mentale nei luoghi di lavoro è una sfida prioritaria e non più rinviabile. È fondamentale adottare politiche pubbliche che pongano al centro il benessere psicologico dei lavoratori, promuovendo un approccio integrato e multidisciplinare”. Questo il messaggio lanciato da Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, nel corso dell’incontro “Tu come stai?”, tenutosi alla Camera di Commercio di Trento in occasione del Festival dell’Economia – giunto alla sua 20ª edizione – e dedicato al tema “Rischi e scelte fatali. L’Europa al bivio”.
L’incontro ha approfondito l’importanza di trovare un equilibrio tra vita professionale e personale, sottolineando come la salute mentale sul lavoro sia oggi una delle urgenze più pressanti per aziende e istituzioni.
Combattere lo stigma: serve un nuovo impegno istituzionale
Durante l’evento, esperti del settore e psicoterapeuti hanno discusso il complesso legame tra lavoro e salute mentale, evidenziando come lo stigma sociale sia ancora una delle barriere principali. Secondo Iardino, è necessario un impegno concreto su più fronti:
“Abbiamo bisogno di programmi strutturati di prevenzione e supporto psicologico all’interno delle aziende; di formare dirigenti e responsabili delle risorse umane per aiutarli a riconoscere i segnali di disagio; di rafforzare la rete territoriale dei servizi di salute mentale. Serve, allo stesso tempo, un impegno istituzionale per superare lo stigma, attraverso campagne di sensibilizzazione, investimenti nella ricerca e l’inclusione del tema della salute mentale nelle agende politiche nazionali ed europee”.
Il benessere mentale è un diritto da garantire in ogni azienda
Il messaggio è chiaro: la salute mentale sul lavoro non può essere delegata solo alla responsabilità individuale. È un diritto collettivo che richiede un ambiente organizzativo sano, politiche inclusive e leadership empatiche. Iardino ha ricordato i numeri preoccupanti dell’OMS:
“Il diritto alla salute mentale nei luoghi di lavoro è ancora troppo poco garantito. Secondo l’OMS si stima che ogni anno vengano persi 12 miliardi di giorni lavorativi a causa di depressione e ansia, con un costo di 1 trilione di dollari all’anno in termini di perdita di produttività.”
In questo scenario, la comunicazione gioca un ruolo cruciale: è necessario parlare apertamente di salute mentale, diffondere esperienze e testimonianze per ridurre il pregiudizio e promuovere una cultura del benessere.
Luoghi di lavoro più inclusivi per chi vive fragilità mentali
Per realizzare un cambiamento reale, Iardino ha sottolineato la necessità di modificare i modelli organizzativi tradizionali:
“Occorrono nuovi modelli organizzativi, stili di leadership, processi di valutazione e politiche del personale. Le aziende non sono solo luoghi di produzione, ma anche spazi di relazione e identità e le istituzioni, dal canto loro, devono creare un quadro normativo e culturale favorevole, sostenendo le imprese con incentivi, servizi di consulenza, progetti territoriali integrati e campagne di sensibilizzazione”.