Due iniezioni l’anno per dimezzare il colesterolo cattivo, principale causa delle malattie cardiovascolari. Questo il risultato ottenuto con Inclisiran: l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera nei giorni scorsi alla rimborsabilità anche in Italia dell’innovativo farmaco indicato negli adulti con ipercolesterolemia primaria (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista (condizioni caratterizzate da alti livelli di grassi nel sangue, incluso il colesterolo). Il principio attivo si chiama Inclisiran, il farmaco è commercializzato in Italia con il nome di Leqvio. Il medicinale è stato sviluppato dalla multinazionale farmaceutica svizzero-americana Novartis.
Per chi è indicato Inclisiran, il farmaco che abbassa il colesterolo, e chi lo prescrive
Il farmaco è indicato in adulti con ipercolesterolemia primaria (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista, in aggiunta alla dieta:
- in associazione ad una statina (farmaco che riduce il colesterolo) o una statina con altre terapie ipolipemizzanti in pazienti non in grado di raggiungere gli obiettivi per l’LDL-C con la dose massima tollerata di una statina, oppure
- in monoterapia o in associazione ad altre terapie ipolipemizzanti in pazienti intolleranti alle statine o per i quali una statina è controindicata.
Il farmaco, prescrivibile dallo specialista, viene somministrato da un operatore sanitario con due iniezioni all’anno, per via sottocutanea. Dopo la prima iniezione, la dose successiva viene somministrata a distanza di 3 mesi e in seguito ogni 6 mesi.
Qual è il meccanismo di funzionamento di Inclisiran, il farmaco che abbassa il colesterolo
Il farmaco interferisce con l’RNA messaggero dimezzando i livelli di colesterolo a bassa densità, LDL-C, definito”colesterolo cattivo”, principale causa dell’aterosclerosi, la patologia vascolare responsabile di eventi coronarici e cerebrovascolari acuti, come l’infarto miocardico e l’ictus cerebrale. Questo nuovo approccio farmacologico si basa sullo small-interfering Rna (siRna), un piccolo Rna interferente a doppio filamento che nel fegato riduce i livelli di una proteina chiamata PCSK9, coinvolta nel metabolismo del colesterolo. Il meccanismo, riducendo la proteina, consente al fegato di assorbire il colesterolo LDL, con la conseguenza di ridurre il colesterolo LDL presente nel sangue.
siRna: una tecnologia che fa sperare per il trattamento di altre patologie
«Siamo orgogliosi di portare oggi questa innovazione ai pazienti che soffrono di ipercolesterolemia – ha spiegato Valentino Confalone, amministratore delegato di Novartis Italia –. Le patologie cardiovascolari rappresentano un ambito dove c’è un bisogno insoddisfatto ancora molto significativo e dove abbiamo una legacy di 30 anni. Proprio in virtù di questa legacy, continuiamo a investire nella ricerca per trovare soluzioni sempre più innovative, come ad esempio i siRna che sono in grado di agire “a monte”, interferendo cioè con la produzione di proteine che causano le malattie. Oggi questa tecnologia è applicata all’ipercolesterolemia, ma prevediamo in futuro di impiegarla anche nel trattamento di altre patologie».