La crioablazione emerge come una promettente alternativa alla classica chirurgia con bisturi per il trattamento del tumore al seno, di piccole dimensioni (fino a 15 mm di diametro) a basso rischio. Questo innovativo approccio, oggetto dello studio PRECICE promosso dall’Istituto Europeo di Oncologia e sostenuto dalla Fondazione Veronesi, consente di distruggere il tumore senza tagli chirurgici, migliorando l’esperienza e la qualità di vita delle pazienti.
Il potenziale della crioablazione per il trattamento del tumore al seno
La crioablazione è una tecnica che utilizza temperature estremamente basse per distruggere il tumore mammario. Contrariamente alla chirurgia tradizionale, questa procedura minimamente invasiva si esegue con una sonda simile a un ago, chiamata criosonda, sotto guida ecografica e in anestesia locale. La sonda raggiunge il tumore e rilascia una carica refrigerante che può arrivare a -190 gradi, distruggendo sia il tumore che i suoi margini.
Secondo l’IEO, questa tecnica consente alle pazienti di evitare cicatrici, protesi e la necessità di degenza ospedaliera. Le pazienti, infatti, possono tornare a casa lo stesso giorno del trattamento, senza gli effetti collaterali di una chirurgia invasiva.
Lo studio PRECICE per la lotta al tumore mammario
Questo studio è il primo in Italia a valutare l’efficacia della crioablazione nel trattamento del tumore del seno. Lo studio coinvolge 234 pazienti di oltre 50 anni con tumori mammari piccoli (fino a 15 mm di diametro) a basso rischio. Le pazienti selezionate riceveranno il trattamento standard, inclusa la radioterapia e la chemioterapia adiuvante se necessaria, ma con la rimozione del tumore tramite crioablazione.
Il direttore del Programma Senologia dello IEO, Paolo Veronesi, ha dichiarato: “La chirurgia è il trattamento standard per le donne con tumore del seno ed è il caposaldo delle cure per questa malattia.
Negli ultimi 40 anni, tuttavia, l’impegno di tutti i senologi del mondo – e in prima linea qui all’Istituto Europeo di Oncologia – si è concentrato nel ridurre al minimo l’invasività dell’atto chirurgico per ottenere il minore impatto possibile sulla vita della donna a parità di sicurezza oncologica.
I trattamenti percutanei come la crioablazione vanno esattamente in questa direzione e il nostro obiettivo è inserirli nella nostra offerta di cura del tumore del seno in modo che la donna che si presenta a noi con una diagnosi di cancro mammario abbia sempre la consapevolezza rassicurante di ricevere una terapia su misura qualsiasi sia lo stadio e il tipo della sua malattia. In Italia siamo pionieri nella crioablazione e siamo i primi ad eseguirla nell’ambito di uno studio clinico con risultati condivisibili e riproducibili in altri centri”.
Esperienze internazionali e prospettive future nel trattamento non invasivo del tumore al seno
Il trial americano ICE3 ha già mostrato risultati promettenti per la crioablazione nel controllo del tumore del seno. Il tasso di successo ha indicato un’assenza di recidiva del 96,4% a cinque anni per i pazienti trattati, confermando l’efficacia di questa tecnica come alternativa alla chirurgia.
Franco Orsi, Direttore della Radiologia Interventistica IEO, ha evidenziato: “Le tecniche percutanee come la crioablazione possono aprire nuove prospettive per il trattamento conservativo del tumore del seno. Con questo primo studio italiano vogliamo dimostrare che l’uso della crioablazione percutanea nel trattamento del carcinoma mammario a basso rischio non è inferiore rispetto alla chirurgia. L’ipotesi scientifica è che la crioablazione in casi selezionati sia la giusta alternativa all’approccio chirurgico perché, a parità di efficacia, assicura alla paziente una migliore qualità di vita”