Il CERT Regionale e la rete quantistica fanno del Veneto un modello nazionale nella protezione del dato sanitario
La cybersicurezza nella sanità è al centro della strategia digitale della Regione del Veneto, che si afferma come capofila nazionale nella difesa dei dati sanitari da attacchi informatici. In occasione dell’evento “La minaccia cibernetica al settore sanitario – strategie e strumenti per la sicurezza digitale”, l’assessore regionale all’Agenda Digitale, Francesco Calzavara, ha sottolineato il ruolo cruciale delle persone e della cooperazione interistituzionale nel garantire la protezione della salute digitale dei cittadini.
“Non bastano le macchine, non bastano le idee, servono le persone per garantire la sicurezza e la protezione del dato sanitario”, ha dichiarato Calzavara. “Il cuore della strategia veneta è rappresentato sicuramente dal nuovo CERT Regionale (Computer Emergency Response Team), istituito con una delibera del 2023”.
Investimenti e formazione per rafforzare la resilienza cyber
Il CERT Regionale del Veneto, operativo grazie a un investimento di 26 milioni di euro (16 dalla Regione, 10 da fondi PNRR e nazionali), coinvolge 13 aziende sanitarie e società in-house, con l’obiettivo di formare oltre 70mila dipendenti pubblici e migliorare la capacità di risposta agli attacchi informatici nel settore sanitario.
Secondo Calzavara, “[…] la Regione ha messo a terra altri progetti strategici per garantire già ora la sicurezza nei luoghi di lavoro per le professioni del futuro, con un’attenzione particolare alla riservatezza dei dati sensibili sanitari dei cittadini. Prima di tutto, infatti, c’è il diritto alla salute e alla riservatezza: il dato va protetto assicurando infrastrutture informatiche performanti”.
Veneto all’avanguardia con cloud e crittografia quantistica
Oltre al CERT, la strategia regionale prevede:
- Il Polo Strategico Regionale (PSR), che supporta la migrazione al cloud per gli enti pubblici, con oltre 10 milioni di euro investiti per migliorare gli standard di sicurezza.
- La rete quantistica per la cybersicurezza, attiva tra Padova e Venezia in collaborazione con l’Università di Padova e CAV S.p.A., in linea con l’iniziativa europea EuroQC, rende il Veneto pioniera nella crittografia quantistica.
Una sfida collettiva che coinvolge istituzioni e cittadini
All’evento hanno partecipato anche figure di spicco dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, come il Direttore Generale Bruno Frattasi, il Prefetto Rizzi e il dottor Caramia del CSIRT Italia, a conferma dell’importanza della sinergia tra istituzioni locali e nazionali.
“La cybersicurezza – ha concluso Calzavara – non è più un tema tecnico riservato agli specialisti, ma una sfida collettiva che richiede collaborazione tra livelli istituzionali e tra pubblico e privato. Solo unendo le forze possiamo garantire una protezione efficace per il nostro Paese e il nostro sistema sanitario […]”.
Un modello nazionale per la cybersicurezza nella sanità
Il modello veneto di cybersicurezza nella sanità dimostra che solo un approccio integrato, basato su tecnologie avanzate, formazione capillare e una forte cooperazione istituzionale può rispondere efficacemente alle minacce cyber in ambito sanitario. La Regione si posiziona così come un laboratorio nazionale di innovazione per la protezione del dato sanitario.