Se vi dicessero che le dipendenze da sostanze (cocaina, eroina, fumo…) e non (videogiochi, internet, sesso..) si possono prevenire attraverso due semplici regole applicabili fin da bambini?
Sembra difficile da concepire eppure una corretta igiene del sonno e la capacità d’attesa sono due fattori ritenuti di cruciale importanza nel proteggere i cervelli in via di sviluppo, dai rischi di sviluppare abusi e dipendenze. Due semplici regole che permettono al cervello del bambino di svilupparsi in maniera corretta, allenandolo a gestire meglio i livelli altalenanti di dopamina, la sostanza che regala i momenti di piacere (e la necessità di ricercarli) fino ad arrivare, appunto, all’estremo caso delle dipendenze.
Un bambino che dorme le ore corrette è un bambino il più delle volte rilassato e di buon umore, con maggiori energie e capace di concentrarsi a scuola e di gestire meglio le frustrazioni. Se un bambino non riposa arriverà all’adolescenza bramando dopamina per ricercare eccitamento. (2016, progetto “Buona Notte” svolto in collaborazione con la Federazione Italiana di Medici e Pediatri F.I.M.P., rivolto a bambini di età compresa tra 1 e 5 anni le cui evidenze ottenute sono state pubblicate nella rivista European Journal of Pediatrics)
Al nostro cervello arrivano quotidianamente miliardi di informazioni (per la precisione, circa 11 milioni al secondo attraverso i collegamenti sinaptici) e durante il sonno si eliminano le informazioni considerate superflue per lasciare spazio alle cose ritenute più “utili”. Ma come fa il cervello a capire se un’informazione è utile o meno? Semplicemente valutando se viene stimolata ed utilizzata durante il giorno: in questo caso verrà conservata. Le connessioni meno utilizzate saranno invece considerate deboli e quindi eliminate.
Va da sé che se permetto a mio figlio di passare troppo tempo davanti alla tv, al cellulare o ai videogiochi, il suo cervello durante la notte farà pulizia di altre cose, che ritiene superflue in quanto meno utilizzate, come magari le informazioni relative al giocare all’aperto o il leggere un libro. Attraverso le sinapsi, il nostro cervello funziona con una modalità molto semplice di gestione delle informazioni “o le usi, o le perdi”.
Altra “regola della nonna” fondamentale per la crescita sana del cervello di un bambino, ma ormai quasi del tutto persa in questo mondo frenetico, è l’importanza dell’attesa. Per spiegarla in maniera semplice basta ricorrere al “Marshmellow test” dello psicologo Mischel. Ad un gruppo di bambini di 4 anni sono stati offerti dei marshmellow spiegando che potevano prenderne uno subito, oppure prenderne due dopo qualche minuto. 14 anni dopo, si è dimostrato che i bambini che si erano comportati impulsivamente prendendo subito un solo marshmellow erano diventati giovani con bassa autostima ed un certo livello di frustrazione mentre quelli che avevano saputo aspettare erano diventati giovani socialmente competenti e con maggior successo negli studi. Si evince che la capacità dell’attesa, insita nel posporre un piacere, allena la personalità del bambino. Dopotutto non è vero che l’attesa del piacere può diventare essa stessa piacere?
Luogo comune vuole che vi siano fattori socio-ambientali all’origine dei comportamenti di abuso sia da sostanze (cocaina, alcol, tabacco, hashish..) sia comportamentali (videogiochi, internet…) ma secondo i lungimiranti studi della Fondazione Novella Fronda le cose stanno in maniera decisamente diversa.
La dopamina è una molecola “naturale”, un neurotrasmettitore presente in ogni persona fin dalla nascita, che serve a provare piacere. Insegnare fin da piccoli l’importanza dell’attesa, “allena” la persona a dosare questo neurotrasmettitore. L’origine di tutti gli abusi e le dipendenze si trova in un’alterazione cerebrale caratterizzata dall’iperattività di alcuni circuiti del cervello. Questa iperattività può essere originata da stimoli ambientali, ma una volta che si è instaurata diviene inutile qualsiasi intervento preventivo. Le cose funzionano come per una pandemia virale: quando il virus ha contagiato l’organismo, o lo stimolo ipereccitante ha modificato il cervello, tenere lontano il virus o gli stimoli eccitanti non produce più nessun risultato. Occorre affidarsi alla cura. In conclusione: la prevenzione primaria, come suggerito dal nome, funziona se si interviene “prima”, non “dopo”.
E’ un argomento complesso e delicato perché prevede non solo un nuovo metodo di cura ma anche una nuova visione culturale, cosa assai difficile in quest’epoca impulsiva. Ma se ci fermiamo a pensarci un attimo possiamo iniziare a vedere il tossico dipendente come un malato e non, come accade spesso, come un “rifiuto della società”. Ma per fare questo serve modificare la visione comune che abbiamo delle dipendenze.
Il Professor Luigi Gallimberti (Medico Psichiatra e Tossicologo, Professore dell’Università di Padova e Presidente della Fondazione Novella Fronda) ha dedicato l’intera vita allo studio delle dipendenze. E’ riuscito a collegarle al ruolo della dopamina, a trovarne un metodo di prevenzione primaria fin dai primi mesi di vita (corretta igiene del sonno e capacità di attesa, appunto) e perfino un nuovo metodo di cura certificato CE che offre risultati strabilianti nel trattamento del tossicodipendente.
Professor Gallimberti da cosa nasce questo studio sulle dipendenze?
Dalla consapevolezza scientifica che le alterazioni neurofunzionali di un innamorato e di un cocainomane sono identiche. Abbiamo voluto approfondire l’argomento trovando evidenze scientifiche sia sul piano della prevenzione primaria che nelle possibilità di cura. Si tratta di vedere il mondo delle dipendenze come un dipartimento complesso che passa dalla biologia molecolare alla psicanalisi, che collega il mentale al cerebrale. Ci siamo resi conto che l’88% dei pazienti dopo 5 giorni con il nostro trattamento TMS ricomincia a dormire rimettendo la dopamina in soglia.
In cosa consiste esattamente questa cura per le dipendenze e dove è possibile effettuarla?
La TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica) è un trattamento totalmente indolore e non invasivo. Si tratta di una metodica di modulazione dell’attività cerebrale già in uso da diversi anni per il trattamento di alcune patologie (ad esempio la depressione resistente ai farmaci). Il paziente è seduto in una comoda poltrona e, con una sonda esterna appoggiata alla testa che emette impulsi magnetici in una determinata area del cervello, riusciamo ad inibire la necessità di ricercare la cocaina.
Nel nostro studio di Padova il trattamento è disponibile da anni ma ora finalmente inizia ad essere disponibile anche nei SERT.
La Fondazione Novella Fronda nasce a Padova nel novembre del 2012 con l’obiettivo di realizzare ricerche di eccellenza nel campo delle dipendenze, sia da sostanze sia comportamentali.