L’epigenetica è la disciplina che si occupa dello studio delle modificazioni ereditabili che portano a variare l’espressione genica senza però alterare la sequenza del DNA, in pratica, si tratta di quelle modificazioni che non sono provocate da vere e proprie mutazioni genetiche ma che possono ugualmente essere trasmissibili.
Esistono però scelte, tecniche e metodi che hanno il potere di influire in modo decisivo sulla nostra epigenetica e quindi, conseguentemente, di avere una forte risonanza sulla salute e il benessere di chi le pratica.
Infatti le nostre scelte come il cibo di cui ci nutriamo, l’attività fisica, le emozioni che sperimentiamo attivano o disattivano delle reazioni chimiche del nostro genoma. Queste reazioni codificano le conseguenze per la nostra salute e creano un ambiente interno favorevole (o meno) alla nostra longevità e buona salute.
Oggi, anche la medicina e la ricerca scientifica confermano quanto sia basilare per la salute degli esseri umani la gioia, lo stare bene, l’essere in sintonia con sé stessi. L’energia del pensiero esplica la sua maggior potenza quando incontra un’altra energia altrettanto inarrestabile, quella della felicità: e a questo punto la via del cambiamento è aperta, generando un pensiero positivo.
Ma come possiamo influire sulla nostra epigenetica? Un esempio concreto è il Metodo Happygenetica, che parte dal presupposto che praticando quotidianamente sane e felici abitudini possiamo influenzare positivamente la nostra salute e quindi il nostro destino.
Sembra facile a dirsi ma vediamo se riusciamo anche ad arrivarci…
Il Metodo Happygenetica è un innovativo ed ispirazionale sistema ideato da Richard Romagnoli. Speaker, coach e autore di numerosi bestseller, insignito del titolo di Laughter World Ambassador, ha come personale missione quella di apportare benefici positivi nella vita delle persone, comunicando le virtù terapeutiche, scientifiche e spirituali che si sprigionano per mezzo della risata e del potere creativo e curativo della mente subconscia.
Il suo ultimo libro, “Happygenetica – dall’epigenetica all’Happygenetica”, scritto con la collaborazione dello scienziato Piermario Biava, sta accendendo l’attenzione del mondo della medicina per i nuovi paradigmi medici di cui gli autori parlano grazie alle loro ricerche.
Richard, da quali presupposti parte l’Happygenetica?
L’Happygenetica parte dal presupposto che tutto quello che noi facciamo, qualunque esperienza emotiva che affrontiamo, influenza la nostra struttura epigenetica e dunque impatta sul nostro benessere (così come sul nostro malessere) perché influenza tutto il nostro sistema: biologico, metabolico e cellulare. La felicità è una scelta, indipendente da ciò che si ha e non si ha. È assolutamente alla portata di chiunque perché non significa aver stampato sempre il sorriso in faccia, ma significa rendersi conto che il modo in cui affrontiamo le cose è una scelta che dipende solo ed esclusivamente da noi.
Ovvio che per imparare a elaborare le cose, specialmente quelle brutte, serve tempo. Provate ad immaginare: è impossibile provare a far riflettere una persona arrabbiatissima, non serve a niente, non ascolterà. Prima bisogna aiutarla a cambiare il suo stato fisiologico, poi farla rilassare e solo allora si potrà farla ragionare.
Solo così una persona potrà rielaborare ciò che vive in forma autoriflessiva e questa per me è una missione.
Ho aperto in tutta Italia gli Happy Catch Club (HCC) dove trainer professionisti formati da me tengono sessioni completamente gratuite di 1 ora di varie tecniche per aiutare chiunque a trovare/ritrovare una giusta dimensione.
Qual è il paradigma da cui tutti noi, come esseri umani, dovremmo partire per imparare a scegliere la felicità?
Tutto nasce dalla consapevolezza di quanto sia grande il potere della felicità. È naturale domandarsi come si possa essere felici e ridere quando siamo attanagliati dalle difficoltà e da problemi di varia natura. In questi momenti più che mai dobbiamo ricordare come benessere mentale e benessere fisico siano indissolubilmente legati. Anzi, quello a cui dovremmo mirare è il benessere complementare che unisce corpo, mente, anima, emozioni in un’assonanza perfetta.
Ognuno dovrebbe assumersi il compito e sentire il desiderio di portare maggiore felicità nella propria esistenza, nella famiglia, nei luoghi di lavoro tenendo presente — oggi con l’avallo della scienza medica — il valore genetico della felicità. Quando perdoniamo, quando siamo grati dei doni ricevuti, perseguiamo la serenità e la convivenza pacifica portiamo un alto grado di gioia e quindi di salute in noi e in tutto ciò che ci circonda.
Ci consigli un esercizio pratico che ognuno potrebbe fare durante la giornata per imparare a comprendere quanto la felicità sia una libera scelta e quanto meglio si viva applicandola nel quotidiano?
Uso ancora una volta la parola consapevolezza. Un semplice ma fondamentale esercizio è ritagliarsi ogni giorno 15 minuti di tempo, ancor meglio se al mattino, prima di affrontare la giornata, e portare l’autosservazione sul proprio respiro.
Quindi sarà sufficiente attivare una semplice pratica che ci porta a sistemarci comodi, rilassare spalle e braccia e inspirare profondamente contando fino a 4, trattenere il respiro (sempre contando fino a 4), esalare (contando fino a 4). Infine fare una pausa del respiro sempre di 4 secondi.
Eseguendo questo controllo sul nostro respiro si attiva un cambiamento neurofisiologico importante: ci rilassiamo e inviamo un messaggio diretto al nostro corpo: produciamo la nostra “D.O.S.E.” di felicità (D.O.S.E. è acronimo di Dopamina, Ossitocina, Serotonina, Endorfina, i nostri naturali e fisiologici ormoni della felicità).
Questo esercizio è utilissimo al mattino ma anche tutte le volte che ci prendono attacchi di panico, da praticare ogni volta in cui se ne sente il bisogno…e si arriverà a non poterne più farne a meno.