Non mi riferisco di certo a quei sogni caotici che tutti facciamo di notte dopo aver mangiato magari un po’ pesante, né a quello di diventare astronauta o ballerina, che un po’ tutti avevamo quando eravamo piccoli prima di accorgerci che c’era altro nella vita che ci riusciva meglio. Parlo di quel sogno autentico che si esprime bene attraverso un nostro talento, quello che ci fa battere il cuore, quello che forse hai accantonato mentre correvi dietro alla routine quotidiana o che magari hai completamente dimenticato di avere. Lo chiedo proprio a te, caro lettore, indipendente dalla tua età e dalla tua posizione: qual è il tuo sogno?
Educazione senza scopo
Fin da piccoli dovremmo essere incoraggiati a riflettere su ciò che conta davvero: la felicità, i nostri sogni, la realizzazione dei nostri talenti. Eppure, la scuola di oggi sembra essere priva di uno scopo reale, focalizzandosi, aimè, ancora troppo spesso sull’insegnamento di nozioni e concetti che la maggior parte delle volte rimangono sterili e vuoti perché non supportati da stimoli e motivazione.
Gli studenti, seduti ai loro banchi, sembrano distaccati e passivi, privi di empatia. Nascosti dietro gli schermi dei loro smartphone, scorrono rapidamente contenuti che non li riguardano davvero, evitano qualsiasi contatto profondo con se stessi prima ancora che con gli altri. Vivono in realtà virtuali fatte di foto ritoccate e sogni preconfezionati, in cui non c’è spazio per fermarsi e sentire; sono figli di quegli adulti altrettanto disconnessi da sè, insoddisfatti della propria vita, del lavoro, delle relazioni e prigionieri di una routine che sembra ineluttabile, che si silenziano, convinti che la vita sia solo un ciclo di lavoro infrasettimanale e spesa al supermercato nel weekend.
La verità è che siamo molto di più di questo. Siamo coscienze senza limiti in un corpo senza limiti, e che quindi, anche se non ci hanno insegnato a scuola ad attivare il nostro talento e risvegliare il sogno, possiamo farlo ora, da adulti, perché la bella notizia è che i sogni non hanno una data di scadenza!
Il sentiero del Daimon: scoprire il sogno che vive dentro di noi
Il primo passo per svelare il proprio sogno è comprendere che non si tratta mai e in nessun caso di qualcosa di esterno che da qualcuno ci viene dato o suggerito, quanto piuttosto è una chiamata interna: il nostro daimon, come lo definivano gli antichi greci.
Il daimon, nella filosofia greca antica, rappresentava una forza interiore o una guida spirituale che accompagnava l’individuo lungo il cammino della vita, unico e personale, una sorta di voce interiore che orientava le decisioni e le azioni, spingendo verso una maggiore realizzazione di sé.
Ascoltare il daimon significava percorrere il sentiero verso la felicità autentica, in greco eudaimonia, ovvero una forma di felicità che non è superficiale o temporanea, ma una realizzazione duratura che scaturisce dall’essere in armonia con noi stessi e di conseguenza con ciò che ci circonda.
Oggi potremmo tradurre questa parola tanto potente in molti modi diversi: talento, sogno, progetto dell’anima, ma vale lo stesso principio: quando riusciamo ad ascoltare il nostro daimon, la felicità non è più un obiettivo lontano, ma una realtà concreta.
Riconoscere la voce del daimon
Se non ci è stato insegnato da piccoli, non disperiamo: possiamo ancora imparare e magari insegnare ai più giovani. Per contattare il nostro daimon, ci basta imparare semplicemente a connetterci con il nostro cuore perché è dentro al suo scrigno che sono custoditi i nostri talenti. Il cuore è un organo complesso, non solo dal punto di vista fisico ma anche energetico ed emotivo, come dimostrano le ricerche dell’HeartMath Institute sul suo straordinario campo magnetico (ne abbiamo già parlato in quest’articolo ). Il cuore si esprime attraverso emozioni profonde e, quando siamo in sintonia con lui, ci guida intuitivamente verso le scelte più appropriate. È semplice riconoscere questa connessione: avvertiamo una sensazione di leggerezza e la certezza di trovarci al posto giusto nel momento giusto, come se tutto scorresse naturalmente. Le sincronicità, quei segnali che ci indicano di essere sulla strada giusta, si manifestano con facilità sotto forma di incontri fortuiti, intuizioni improvvise, coincidenze…
Riconnettersi al cuore
Per connettersi a questa parte profonda di noi è essenziale imparare a comprendere il suo linguaggio, fatto di simboli, immagini, e miti, molto simili a quelli che emergono dai sogni o dall’inconscio. Per questo è fondamentale staccarsi per un po’dalla mente razionale e iniziare il gioco dei contrasti:
Quando senti troppo pieno, cerca il vuoto…
Quando senti troppa confusione, cerca il silenzio…
Quando senti troppa pressione, cerca a leggerezza…
Comprendere il linguaggio del cuore richiede pazienza e apertura. Spesso, per ascoltarlo, è necessario staccarsi da quel frenetico dialogo interiore che a volte offusca la nostra verità.
Quando il peso delle aspettative e delle responsabilità diventa insopportabile, concediti il permesso di esplorare lo spazio dell’assenza. In quel vuoto, si manifesterà qualcos’altro di inaspettato. Analogamente, nei momenti di confusione, quando tutto sembra confondersi in un turbinio di pensieri, abbraccia il silenzio. Siediti con te stesso, respira profondamente e permetti al caos di dissolversi. È in questo spazio di calma che la chiarezza emerge, rivelando le direzioni da seguire e i desideri da perseguire. Dedicati ad attività che ti portano gioia e spensieratezza, metti in modo la tua creatività. Prova per una volta a colorare fuori dai margini, a danzare, a scrivere liberamente senza pensare troppo. Che cosa succede? Permettiti di essere arte, piuttosto che una “performance”. Perché è attraverso questa connessione libera che il tuo sogno emergerà, non influenzato da etichette o pressioni esterne. Permettiti di esplorare, di esprimerti liberamente e di ascoltare le tue intuizioni, il tuo sogno si manifesterà autentico e luminoso.
Per approfondire ti consigliamo la lettura di Corso di Esistenza
Di Salute non percepisce alcun compenso per l’acquisto del libro segnalato.