Anoressia nervosa: studio italiano svela chi risponde meglio alla terapia intensiva CBT-E

Anoressia nervosa terapia intensiva: uno studio italiano rivela i predittori di successo

Un ampio studio clinico italiano, condotto presso la Casa di Cura Villa Garda (Verona), ha identificato i principali fattori che predicono la risposta alla terapia intensiva per anoressia nervosa. La ricerca si è concentrata su 421 pazienti trattati con la Terapia Cognitivo Comportamentale Migliorata (CBT-E), un approccio residenziale intensivo validato scientificamente.

«Non si tratta di un trattamento imposto e direttivo. È fondamentale che il paziente sia partecipe, consapevole e attivamente ingaggiato», sottolinea la Dott.ssa Simona Calugi, psicologa, psicoterapeuta e responsabile della ricerca clinica presso il centro.

CBT-E intensiva: come funziona il percorso terapeutico

Il trattamento prevede due fasi: 13 settimane di ricovero residenziale e 7 settimane di day-hospital. Il percorso è fortemente centrato sul coinvolgimento attivo del paziente, che viene accompagnato nella comprensione e modifica dei meccanismi alla base del disturbo.

Prima dell’inizio del ricovero sono previste sedute preparatorie per aiutare il paziente a comprendere i processi psicologici che mantengono l’anoressia. «Nel caso decida di farlo, al paziente è chiesto di considerare il trattamento come una priorità e di svolgere un ruolo attivo», spiega la Dott.ssa Calugi.

I tre fattori che predicono il successo della terapia intensiva per anoressia nervosa

I risultati dello studio sono significativi: oltre l’80% dei pazienti ha raggiunto un peso corporeo nella norma al termine del trattamento e più del 60% ha ottenuto una remissione completa del disturbo.

La ricerca ha evidenziato tre fattori predittivi chiave per il successo della terapia intensiva per anoressia nervosa:

  1. Indice di Massa Corporea (IMC) iniziale più elevato: maggiore è il peso iniziale, più alte sono le probabilità di risposta positiva.
  2. Minor gravità della psicopatologia alimentare: chi parte da una condizione psicologica meno compromessa risponde meglio.
  3. Miglioramento precoce: progressi rapidi, soprattutto in termini di aumento di peso e riduzione dei sintomi, aumentano le chance di successo.

«Questi dati sono preziosi per il clinico», spiega il Dott. Riccardo Dalle Grave, responsabile dell’Unità di Riabilitazione per i Disturbi dell’Alimentazione. «Ci permettono di individuare per tempo chi potrebbe aver bisogno di un supporto più mirato e intensivo e di ottimizzare l’uso delle risorse disponibili».

Diagnosi precoce e percorsi personalizzati: le prospettive future

Lo studio rafforza l’importanza di intervenire tempestivamente con un approccio intensivo, prima che la malattia comprometta gravemente la salute. Inoltre, evidenzia la necessità di percorsi personalizzati, adattabili alle specificità di ogni paziente.

«Non esiste un solo modo di curare l’anoressia nervosa», conclude la Dott.ssa Calugi. «Ma sappiamo che iniziare presto e costruire un percorso su misura può fare la differenza».

Il team di Villa Garda proseguirà la ricerca per valutare l’efficacia a lungo termine del trattamento e il suo rapporto costo-efficacia, con l’obiettivo di estendere l’accesso a cure di qualità anche in contesti sanitari con risorse limitate.

Maggiori dettagli dello studio: https://onlinelibrary.wiley.com/share/author/KYHDN4HYHFTB8Y8HCV4D?target=10.1002/eat.24455

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