Le protesi del futuro, capaci di riprodurre il senso del tatto, del calore e del freddo, sono in fase di studio al Dipartimento di Fisica dell’Università e del Politecnico di Bari. Questa ricerca è condotta dalla professoressa Anna Maria Coclite, una “cervello di ritorno” attratta dall’eccellenza del dipartimento.
Protesi sensibili al tatto e al calore: una rivoluzione tecnologica
Le neuroprotesi sono già una realtà ed il prossimo futuro ci riserverà la possibilità di comandare le protesi direttamente con il pensiero. Resta però mancante all’appello la possibilità, per chi indossa una protesi, di avere la sensibilità tattile tipica della pelle.
La professoressa Coclite sta affrontando questa sfida con il progetto “Smart Core-shell sensor arrays for artificial skins” (Smart Core), finanziato con 1,5 milioni di euro dall’ERC Starting Grant. Questi sensori bionici rilevano cambiamenti in umidità, temperatura e pressione con una precisione superiore alla pelle umana. Grazie a una nuova geometria verticale e miniaturizzata, i sensori promettono applicazioni rivoluzionarie, come guanti ultrasensibili per la chirurgia.
Nel 2023, la ricerca ha ottenuto un ulteriore finanziamento di 150 mila euro dall’ERC Proof of Concept, per testare la commercializzazione dei sensori. Iniziato alla Graz University of Technology, il progetto Smart Core è ora proseguito al Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, dove Coclite e il suo team continuano il loro lavoro innovativo.
Università di Bari: attrazione di talenti internazionali
Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari, diretto da Roberto Bellotti, è riuscito ad attirare numerosi ricercatori internazionali e “cervelli di ritorno”. Anna Maria Coclite, dopo esperienze al MIT e alla Graz University of Technology, è tornata a Bari come professore di prima fascia. Altri tre ricercatori sono rientrati da Spagna, Francia e Polonia grazie ai fondi del PNRR, mentre due professori sono rientrati da UK e USA con fondi ordinari.
Il dipartimento ha anche attratto 20 professori stranieri e 17 tra dottorandi e dottori di ricerca provenienti da Paesi come Pakistan, Thailandia, Cuba e Russia. Questo mix di talenti sta contribuendo a posizionare l’Università di Bari come un centro di eccellenza internazionale nella ricerca sulla sensoristica.