L’arte, in un contesto ospedaliero, può fare molto. Può aiutare i pazienti a evadere con la mente, a sognare. Per questo motivo, l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, ha deciso di portare nei corridoi e nelle sale d’attesa 23 dettagli, tratti da 15 capolavori dell’Accademia di Brera.
Gli ingrandimenti sono stati realizzati a partire da riproduzioni a 680 milioni di pixel, e riprendono un percorso cominciato nel 2018. A quell’epoca, gli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo hanno accolto 25 dettagli tratti dall’Accademia Carrara, inaugurando il progetto La Cura e la Bellezza – La Carrara in Humanitas. Un progetto proseguito nel 2020 con l’iniziativa Opere in Parole, con autori della cultura italiana che, ispirati dai dipinti, hanno scritto racconti, ricette, spartiti musicali e fumetti per avvicinarsi ai pazienti e i professionisti dell’ospedale.
L’arte di Brera in Humanitas
Bernardo Bellotto, Paris Bordon, Vincenzo Campi, Carlo Crivelli, Piero della Francesca, Filippo De Pisis, Francesco Hayez, Il Francia, Silvestro Lega, Lorenzo Lotto, Giulio Cesare Procaccini, Raffaello, Simon Vouet: sono questi gli artisti che, da Brera, hanno raggiunto gli spazi dell’Humanitas.
Qui, nell’Istituto Clinico Humanitas, è possibile accomodarsi in sala d’attesa prima del ricovero e trovarsi nel giardino di Un dopo pranzo del Lega, prepararsi alla seduta di chemioterapia nel giardino ricolmo di zucche della Fruttivendola del Campi, riposarsi all’ombra del tempio dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, o lasciarsi accogliere all’ingresso dal Bacio di Hayez.
I dettagli, ingranditi in scala 1:36, sono prevalentemente gesti di cura, sguardi intensi e paesaggi: come a dire che l’arte è una cura, e la cura un’arte (le dita della donna che sorregge il Vaso di fiori di Hayez ricordano il gesto di un infermiere che sistema la flebo a un paziente, e così via).
“Gli ospedali sono un crocevia di bisogni, nodo vitale di competenze ed esperienze, dove il linguaggio della cura resta umano e si intreccia con l’innovazione tecnologica: qui l’arte e la bellezza diventano fattore di contatto tra le persone, di benessere e riflessione per pazienti e professionisti” ha commentato Gianfelice Rocca, Presidente di Humanitas. “Questa iniziativa fa la differenza per chi lavora, per chi è in visita a parenti o amici o per chi è in cura, contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante” gli ha fatto eco James M. Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense.
Consulta qui la guida completa di tutte le opere installare in Humanitas.
Gli effetti dell’arte sulla salute
Nel 2019 l’OMS – analizzando 900 pubblicazioni mondiali – è giunta alla conclusione che “impegnarsi in attività artistiche può essere benefico sia per la salute mentale che fisica”. Ove, “impegnarsi in attività artistiche”, non si traduce solamente in danzare o cantare, ma anche nell’ammirare opere d’arte.
Diverse ricerche hanno dimostrato poi come l’arte possa ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia, calmare l’ansia e ridurre il dolore.
Perché non è solo bellezza, l’arte: è anche rassicurazione, conforto, sollievo. E i risultati dell’iniziativa firmata Humanitas lo dimostrano.