Curare la presbiopia: no al “fai da te”, sì a lenti personalizzate

​Una visione sfocata da vicino è sintomo del tempo che avanza tanto quanto le rughe e i capelli bianchi. Ma ai trattamenti di bellezza per i difetti estetici l’attenzione si rivolge spesso più facilmente che alla presbiopia, un difetto visivo di natura irreversibile, in grado di compromettere lo svolgimento di normali attività quotidiane e dietro al quale possono anche celarsi patologie della vista più gravi. 

Il via libera al diffondersi di occhiali preconfezionati “pronti al consumo”, che – va da sé – non rispettano le specifiche esigenze di correzione individuali, sembra in effetti rispondere a una strategia di negazione dell’invecchiamento: varcata la soglia dei primi “anta”, si tende a scansare il problema della perdita della vista da vicino o a minimizzarlo, prediligendo lenti premontate che presentano necessariamente dei limiti funzionali e non servono in realtà a curare la presbiopia.

Una questione tanto più importante se si considera che il numero di presbiti in Italia si aggira attorno ai 28 milioni: un numero destinato ad aumentare per l’innalzamento dell’aspettativa di vita, la durata più lunga dell’attività lavorativa e la diffusione di alcune prassi, occupazionali e non, come il maggior tempo trascorso davanti agli schermi.  

Ma quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare e cosa fare per curare efficacemente la presbiopia? Quali le soluzioni attualmente più performanti e sicure? Ne abbiamo parlato con il dott. Francesco Loperfido, Responsabile del servizio di Oftalmologia Generale dell’Ospedale San Raffaele, Oftalmologo della Commissione Difesa Vista e Professore a contratto presso l’Università Vita e Salute.   

Neopresbiti, perché è fondamentale una cura tempestiva e “su misura”

I sintomi della presbiopia si manifestano tra i 40 e i 50 anni, quando il cristallino – la lente interna all’occhio – perde flessibilità e quindi la capacità di “accomodazione” o messa a fuoco di oggetti e scritte mentre si osservano oggetti a distanze ravvicinate. I neopresbiti avvertono la necessità di allontanare il giornale o di ingrandire i caratteri sullo smartphone per poter vedere e leggere bene. Un disturbo che tende a peggiorare con l’età e che può provocare affaticamento visivo, cefalea e bruciori oculari.

Francesco Loperfido Presbiopia
dott. Francesco Loperfido

«In uno scenario occupazionale in cui le ore passate davanti allo schermo sono aumentate esponenzialmente e si lavora più a lungo, il deficit visivo da vicino non può più essere risolto con un semplice occhiale da lettura dopo i 40 anni. Sia perché queste abitudini hanno evidenziato alcuni difetti latenti come l’ipermetropia, che prima dei 40 anni poteva passare inosservata, sia perché qualsiasi lavoratore che opera a distanze vicine e intermedie necessita di un occhiale personalizzato in base all’attività svolta, all’ambiente e alle luci in cui opera» spiega il dott. Francesco Loperfido. «Anche lo smart working può portare a galla delle problematiche preesistenti, accentuando sintomi come l’occhio asciutto o le posture sbagliate davanti allo schermo per un difetto visivo da vicino non corretto».

L’occhiale “standard” dunque non basta. Perché presenta dei limiti (medesima correzione sulle due lenti, focale unica che non si adatta a una correzione modulare per distanze differenti) e perché, oltre alle caratteristiche della visione e allo stile di vita della persona, occorre considerare anche la conformazione del viso, che determina parametri importanti come la distanza interpupillare e le altezze dell’occhio destro e sinistro. 

Quali sono gli occhiali adatti ai presbiti?

Per l’emmetrope, cioè per chi non ha mai sofferto di altri problemi visivi, sono consigliabili lenti monofocali, mentre per gli ametropi, che già portano un occhiale monofocale perché miopi, ipermetropi o astigmatici, vanno scelte lenti progressive personalizzate. Esistono ad oggi soluzioni evolute per curare la presbiopia, come le lenti nate dalla ricerca Hoya: Supereader ideali per la lettura e Sync per le attività che richiedono l’uso del computer, entrambe con una profondità di visione maggiore rispetto a quella delle lenti premontate e monofocali standard. E le lenti progressive della gamma Hoyalux iD, per una visione nitida a tutte le distanze.  

«L’innovazione nel mondo dell’ottica ci consente oggi di avere degli occhiali progressivi di qualità elevatissima, con lenti a geometrie variabili per un maggiore confort visivo, trattamenti antiriflesso e protettivi per la luce blu emessa dai dispositivi digitali. Per chi preferisce non portare l’occhiale esistono inoltre ottime lenti a contatto multifocali morbide, idrofile, toriche e non toriche» aggiunge il dott. Loperfido. 

Il rapporto tra presbiopia e patologie oculari

«È fortemente raccomandato effettuare visite oculistiche periodiche e non affidarsi solo all’occhiale correttivo, per consentire allo specialista di rilevare problematiche più serie. Come la maculopatia atrofica, molto lenta e subdola nel progredire, ma che in fase avanzata compromette anche la visione da vicino. Nel caso della maculopatia umida, molto più grave e che influisce enormemente sulla acuità visiva da vicino, un occhiale efficiente, magari con un micro-ingrandimento in più, può favorire una lettura buona come alternativa al problema emergente. 

Altra patologia subdola è il glaucoma, che provoca inizialmente un danno periferico del campo visivo, ma che avanzando compromette la continuità della lettura. Si rende quindi necessaria una valutazione oculistica che metta al riparo da queste patologie in tempo utile.   

Altrettanto essenziale è un’azione congiunta da parte del settore medico, dell’industria ottica e dei media, per sensibilizzare sulle problematiche legate all’oculistica, educare il pubblico a non scegliere occhiali di seconda scelta e far comprendere l’importanza di un occhiale progressivo, in Italia ancora sotto quotato rispetto all’estero. Serve una maggiore interazione tra le professionalità dell’ottico e dell’oculista, per offrire lenti di alta qualità e trasmettere all’ottico le informazioni utili per realizzarle. 

Un ulteriore motivo di sensibilizzazione riguarda la sicurezza alla guida, soprattutto dopo i 40 anni quando l’efficienza della risposta tende a diminuire. Dotarsi di un buon occhiale progressivo significa facilitare la visione dinamica richiesta dalla guida, ossia il passaggio da una vista da vicino o intermedia, come quella rivolta al navigatore, a una vista da lontano. Si tratta di un aspetto spesso sottovalutato, ma che rappresenta in realtà una delle cause principali di incidenti stradali».

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