Prima protesi mitralica senza incisione chirurgica: ecco il nuovo traguardo di Humanitas

L’équipe di Cardiologia interventistica di Humanitas ha raggiunto un importante traguardo nel trattamento dell‘insufficienza valvolare mitralica: l’impianto di una nuova protesi percutanea senza la necessità di incisioni chirurgiche. Questo risultato pone Humanitas al centro di uno studio internazionale condotto in collaborazione con la Mayo Clinic e l’Ohio Health e rappresenta una significativa innovazione nel campo delle procedure cardiache. La metodica mininvasiva offre nuove opzioni terapeutiche per i pazienti che non sono idonei alla riparazione percutanea o alla chirurgia convenzionale.

L'equipe chirurgica in Humanitas
L’equipe chirurgica in Humanitas

I primi interventi sono stati eseguiti presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, in una squadra composta da esperti cardiologi e cardiochirurghi. Il prof. Antonio Colombo, senior consultant in Humanitas, il dott. Bernhard Reimers, responsabile della Cardiologia Clinica, Interventistica e UCC di Humanitas, Antonio Mangieri e Damiano Regazzoli, cardiologi interventisti di Humanitas, hanno collaborato con altri specialisti del Dipartimento Cardiovascolare diretto dal prof. Gianluigi Condorelli, tra cui l’équipe di Diagnostica Ecocardiografica Clinica diretta dal dott. Renato Bragato, e le Unità Operative di Cardiochirurgia e Chirurgia Vascolare.

I risultati ottenuti finora sono promettenti, con un immediato miglioramento della funzionalità cardiaca dei pazienti e conferme positive nel follow-up a distanza di 3 mesi. L’obiettivo dello studio è quello di rendere questa tecnica disponibile per pazienti che non sono candidati ad altri tipi di interventi a causa delle condizioni del loro cuore.

La metodologia adottata si basa sull’approccio multidisciplinare, che va dalla valutazione iniziale di ciascun paziente fino all’esecuzione dell’intervento. Questo approccio permette di selezionare la procedura più appropriata, che può variare dalla chirurgia classica alla mininvasiva e alla percutanea, tenendo conto delle esigenze specifiche di ciascun individuo. La personalizzazione e la mininvasività delle procedure rappresentano le chiavi per il successo nel trattamento delle malattie cardiache.

Un confronto tra prospettive chirurgiche per l’insufficienza mitralica

L’insufficienza mitralica è una condizione in cui la valvola mitrale, che regola il flusso del sangue ossigenato dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro del cuore, non si chiude correttamente, causando il reflusso del sangue nell’atrio invece che nel resto del corpo. Questa condizione può provocare sintomi come mancanza di respiro, gonfiore e affaticamento. In Italia, colpisce circa l’1,7% della popolazione e l’incidenza aumenta tra le persone anziane.

La valvola mitrale può essere oggetto di interventi chirurgici per ripararla o sostituirla. Tuttavia, nei pazienti ad alto rischio, sono state sviluppate tecniche mininvasive che consentono la riparazione o la sostituzione della valvola in base alle caratteristiche anatomiche. Le valvole disponibili per la sostituzione percutanea richiedono attualmente un’incisione all’apice del cuore.

La nuova protesi mitralica percutanea rappresenta un’importante innovazione in quanto riduce il rischio di ostruzione del ventricolo e riduce i tempi di intervento e di recupero post-operatorio. La procedura viene eseguita attraverso un’incisione di soli 1 centimetro all’altezza dell’inguine, consentendo al paziente una mobilizzazione precoce rispetto a un taglio all’apice del cuore. L’intervento, che dura circa 3 ore, viene eseguito in anestesia totale in sala di emodinamica, seguito da un periodo di monitoraggio di 24 ore in terapia intensiva. I pazienti vengono dimessi dopo circa 3 giorni e sono previsti controlli regolari nei mesi successivi.

La scelta del tipo di intervento da proporre a ciascun paziente viene basata su una valutazione completa, comprensiva di tomografia computerizzata del cuore, ecocardiogramma ed ecografia transesofagea, e viene discussa all’interno di un team multidisciplinare per garantire il percorso terapeutico più adatto alle esigenze individuali.

Humanitas, Mayo Clinic e Ohio Health: ricerca e innovazione nel trattamento delle valvulopatie

Humanitas si posiziona all’avanguardia nel campo delle cure cardiovascolari grazie alle sue attività multidisciplinari integrate che combinano ricerca e clinica. Il Cardio Center di Humanitas comprende diverse specialità, tra cui Cardiochirurgia, Centro per la Terapia dello Scompenso Cardiaco, Elettrofisiologia dotata di robot avanzati per il trattamento delle aritmie, Emodinamica collegata a un’Unità di Cura Coronarica e Chirurgia Vascolare.

All’interno del Centro si svolgono studi osservazionali e interventistici per identificare i protocolli clinici e chirurgici più efficaci per diverse patologie cardiovascolari. La ricerca si concentra sulla comprensione del ruolo del sistema immunitario e dell’infiammazione nello scompenso cardiaco, sulla sviluppo di tecnologie innovative per la consegna mirata di farmaci e sull’identificazione dei meccanismi epigenetici coinvolti nello sviluppo delle malattie vascolari come l’aterosclerosi.

I risultati ottenuti durante gli interventi, parte dello studio internazionale sulla chirurgia protesica mitralica con tecnica percutanea, sono stati pubblicati su JACC Cardiovascular Interventions e presentati dal dott. Antonio Mangieri all’EuroPCR, il congresso internazionale di Cardiologia interventistica tenutosi a maggio a Parigi.

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