Tra le mete più amate per trascorrere le vacanze estive nel Bel Paese, la montagna rappresenta un simbolo dell’inestimabile patrimonio naturalistico e culturale in cui più o meno coscientemente siamo immersi.
Paesaggi e piccoli borghi da scoprire, aria più fresca e tersa, un tuffo nella tranquillità e nella natura: sono questi i motivi principali che spingono a un’agognata “fuga” in montagna, ritenuta per ciò stesso un toccasana a livello psicofisico.
Perché le vacanze in montagna fanno bene
In effetti sono molti i vantaggi per l’organismo legati alle caratteristiche ambientali e alla vita in altura. Le numerose opportunità per svolgere sport all’aria aperta consentono di mantenere una buona condizione di salute. Anche solo passeggiare in montagna a ritmo sostenuto abbassa la pressione sanguigna, migliora la circolazione e le prestazioni di cuore e polmoni.
La permanenza in alta quota stimola in particolare la produzione di globuli rossi e favorisce il trasporto di ossigeno nel sangue verso i tessuti, i muscoli e il cervello, aumentando così la soglia di tolleranza alla fatica. Aspetti ben noti agli sportivi, la cui preparazione atletica prevede anche allenamenti in montagna.
L’aria più pulita, senza allergeni o inquinanti, aiuta inoltre a prevenire lo sviluppo di asma e altre malattie respiratorie acute. A ciò si aggiungono i benefici sull’umore e l’emotività: i ritmi più lenti e il ritrovato contatto con la natura riducono il livello di ansia e stress con un conseguente recupero di energia mentale.
I rischi per la salute e le misure preventive da adottare in montagna
Oltre ai benefici delle vacanze in montagna occorre tuttavia considerare le potenziali insidie del contesto montano. È il vademecum medico messo a punto dalla Società Italiana d’Igiene, la Società di Medicina di Montagna e la Società di Medicina dei Viaggi a evidenziare quali siano i comportamenti da adottare per vivere la montagna in sicurezza.
Un primo, importante accorgimento riguarda gli effetti dell’altitudine su bambini e anziani. Con i bambini entro il primo anno di vita si raccomanda di non salire e scendere velocemente da quote che superino i 1600 m. Fino agli 8-10 anni di età, occorre comunque permettere al bambino di acclimatarsi e affrontare gradualmente l’alta quota, per limitare il rischio del cosiddetto “mal di montagna”. Esso di manifesta con sintomi quali nausea, mal di testa, insonnia e inappetenza (fonte: Fondazione Veronesi). Gli over 65, che hanno una minore capacità di adattamento, devono consultare preventivamente il medico per eventuali adeguamenti della terapia.
Del resto il parere dello specialista risulta fondamentale per tutti coloro che soffrono di malattie croniche come ipertensione, diabete, problemi cardiovascolari e respiratori. Vanno valutate con attenzione le attività fisiche praticabili, soprattutto in relazione all’altitudine, alla velocità con cui si raggiunge una determinata altezza e al tempo di permanenza. Il ridotto apporto di ossigeno e la pressione barometrica più bassa in alta quota possono infatti provocare ipossia, aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna.
Un aspetto spesso sottovalutato riguarda il rischio di colpi di calore, scottature e oftalmie, dovuto alla maggiore intensità dei raggi solari (che aumenta di circa il 10% ogni 1000 m di dislivello). È quindi fondamentale applicare una crema ad alta protezione (50+) prima della partenza e ripetutamente ogni 2-3 ore su tutte le parti esposte, così come indossare occhiali da sole adeguati, cappelli o bandane. Meglio partire presto al mattino ed evitare di camminare troppe ore sotto il sole, bevendo a intervalli regolari di 30-60 minuti per reidratare l’organismo.
In merito all’alimentazione, è consigliato fare una pausa all’incirca ogni ora per assumere ad esempio snack salati, frutta secca o barrette. A pranzo è preferibile “scegliere cibi ad alto potere calorico e basso peso, basati sul mix fra carboidrati associati anche ad una piccola quota proteica, per evitare i cali glicemici”.
Un ulteriore monito riguarda il tipo di abbigliamento, che dev’essere comodo ma specifico per la montagna: scarponcini da trekking con suola scolpita, giacche antivento e antipioggia, più strati leggeri per il tronco così da potersi coprire o scoprire all’occorrenza.
Infine qualche regola dettata dal buon senso: consultare sempre il bollettino meteo il giorno precedente, non abbandonare il sentiero tracciato e, in caso si sia colti di sorpresa da un temporale, cercare al più presto un riparo, tenendosi lontano da oggetti metallici ed evitando grotte e alberi, in quanto rifugi non sicuri.