Nel cuore della rivoluzione digitale europea, i dati rappresentano oggi ciò che il carbone e l’acciaio furono negli anni Cinquanta: fondamenta di una nuova sovranità condivisa. È questo il messaggio lanciato da Leandro Pecchia, presidente del corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica all’Università Campus Bio-Medico di Roma e studioso del rapporto tra tecnologia e medicina, intervenuto nel corso del Data Summit tenutosi presso la Camera dei Deputati lo scorso 6 giugno.
«Oggi i dati sono il nuovo carbone e l’intelligenza artificiale è il nuovo acciaio», ha affermato Pecchia, evidenziando la necessità di un vero cambio di paradigma per evitare che l’Europa resti indietro in settori strategici come la sanità. Un’affermazione che, nella cornice del summit dedicato allo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS) e al nuovo Ecosistema dei Dati Sanitari (EDS) italiano, ha assunto una valenza ancora più concreta.
Attualmente l’Europa è considerata un punto di riferimento globale per le cure mediche e l’innovazione biotecnologica. Tuttavia, secondo Pecchia, questo vantaggio rischia di sgretolarsi se non si accelererà sulla condivisione sicura e regolamentata dei dati sanitari e sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata alla salute. Il rischio è duplice: da un lato seguire a distanza gli investimenti delle grandi corporation statunitensi, dall’altro subire la concorrenza tecnologica di paesi del Sud-est asiatico, dove le restrizioni sui diritti intangibili sono meno vincolanti rispetto ai principi europei.
Il Data Summit ha visto la condivisione del “Data Pact”, un accordo volto a garantire un utilizzo responsabile e condiviso dei dati clinici. La promessa è ambiziosa: migliorare la prevenzione, rendere le cure più personalizzate e generare 11 miliardi di euro di risparmi in dieci anni, insieme a una crescita stimata del 20-30% nel settore della sanità digitale.
Per Pecchia, la posta in gioco è anche geopolitica: l’Europa deve dotarsi di infrastrutture digitali e strategie normative capaci di sostenere lo sviluppo di soluzioni basate sull’IA senza dover importare modelli esterni. In questo contesto, iniziative come MyHealth@EU e HealthData@EU, previste dal regolamento europeo, saranno cruciali per consentire ai cittadini di portare con sé i propri dati sanitari in modo sicuro da un Paese all’altro, e per permettere alla ricerca di accedere a dati anonimizzati su larga scala.
L’intervento di Pecchia si inserisce in un quadro più ampio di riflessione emerso dal Summit, che ha coinvolto rappresentanti del Ministero della Salute, della Commissione Europea, delle Regioni e del mondo accademico, confermando la necessità di trasformare l’innovazione tecnologica in politiche pubbliche operative, capaci di ridefinire il rapporto tra cittadino, scienza e diritto alla salute.