Un importante passo avanti nella lotta contro il glioblastoma, il tumore cerebrale maligno più comune e sfidante, è stato raggiunto grazie a una collaborazione tra le Università di Padova, Berlino e Bordeaux, insieme all’Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova. I risultati di questa ricerca rivoluzionaria sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Jama Neurology e potrebbero aprire nuove strade per la diagnosi e il trattamento dei tumori cerebrali.
Focus sul Connettoma Cerebrale
Finora, gran parte degli sforzi nella ricerca sul glioblastoma si è concentrata sullo studio delle caratteristiche del tumore stesso, come mutazioni genetiche e interazioni con il sistema immunitario. Tuttavia, questa nuova ricerca ha deciso di rivolgere l’attenzione alle caratteristiche dell’organo in cui il tumore si sviluppa: il cervello. Il cervello è composto da neuroni e da una complessa rete di connessioni cerebrali, nota come “connettoma“. Queste connessioni sono essenziali per il funzionamento del cervello, e possono essere paragonate a strade che collegano diverse regioni cerebrali.
Un indice diagnostico innovativo nel glioblastoma
Lo studio, intitolato “White Matter Tract Density Index Prediction Model of Overall Survival in Glioblastoma,” ha rivelato un collegamento sorprendente tra la densità delle connessioni cerebrali e la sopravvivenza dei pazienti con glioblastoma. In particolare, si è scoperto che quando il tumore cresce in aree cerebrali con alta densità di connessioni, la sopravvivenza dopo la diagnosi è significativamente più breve. Al contrario, quando il tumore si localizza in regioni cerebrali con bassa densità di connessioni, la prognosi è migliore. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che in aree ad alta densità di connessioni, il tumore ha maggiori probabilità di diffondersi rapidamente alle altre regioni del cervello.
Ciò che rende questa scoperta ancora più interessante è che gli scienziati sono stati in grado di sviluppare un indice di densità delle connessioni cerebrali basato su esami di risonanza magnetica cerebrale, che tutti i pazienti sottopongono prima dell’intervento chirurgico. Questo indice fornisce una valutazione non invasiva della densità delle connessioni nella regione in cui cresce il tumore, senza la necessità di procedure aggiuntive o invasive. Inoltre, questa scoperta ha portato alla creazione di brevetti sia in Italia che a livello internazionale.
Un nuovo approccio
Il coordinatore dello studio, il Prof. Maurizio Corbetta, ha sottolineato l’importanza di questo approccio innovativo nella lotta contro il glioblastoma. Ha dichiarato: “I risultati di questo studio dimostrano come l’approccio al glioblastoma non possa non considerare lo speciale organo nel quale cresce, il cervello umano. Le evidenze emerse da questa ricerca, oltre ad aver portato alla creazione di un indice diagnostico non invasivo, forniscono possibili spunti e indicazioni per nuovi approcci terapeutici.“
Questa ricerca apre nuove prospettive nel campo della diagnosi e del trattamento dei tumori cerebrali, offrendo una nuova via per valutare la sopravvivenza dei pazienti con glioblastoma e migliorando le possibilità di interventi terapeutici mirati. La scoperta dell’indice di densità delle connessioni cerebrali potrebbe rappresentare un passo significativo verso una cura più efficace per questa malattia devastante.