Riabilitazione e medicina termale: UNIPD studia nuovi modelli di terapia per i disabili

Gli Antichi Romani lo sapevano già, le terme fanno bene. La combinazione delle proprietà delle acque salso-bromoiodiche e sulfuree con gli effetti positivi dei fanghi termali contribuiscono al benessere del corpo e alla cura di malattie croniche. Oggi, la medicina termale è una disciplina medica classificata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel contesto delle medicine complementari ed integrative che sfrutta metodi naturali per il trattamento e la prevenzione di molteplici condizioni patologiche. 

È in questo contesto che si inserisce lo studio promosso dalla Cattedra di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Padova, coordinato dal Prof. Stefano Masiero, Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Padova, dal titolo “Nuovi modelli di integrazione tra trattamenti termali e terapia riabilitativa in soggetti con disabilità cronica nell’ambito del progetto di rilancio delle terme”. Il progetto si svilupperà in 3 anni e sarà supportato dall’Università di Padova, Fondazione Cariparo, Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale e dal Centro Studi Termali Veneto Pietro d’Abano con il Comune di Abano Terme.

prof. Stefano Masiero

La pandemia da Covid 19 ha colpito duramente il settore termale con importanti conseguenze negative dal punto di vista imprenditoriale ed economico-finanziario. Questo progetto può rappresentare un importante occasione di rilancio e aggiornamento per tutto il settore. Una sfida che coinvolge non solo gli addetti ai lavori ma anche tutti quelli che si interessano al tema della salute e della prevenzione.

In Italia, la scelta principale per i pazienti con disabilità motoria e funzionale che devono effettuare terapie riabilitative è ancora rappresentata dall’ospedale e tutti servizi ad esso connessi. Questo progetto punta ad evidenziare l’importanza dell’introduzione di nuovi modelli di cura e di riabilitazione rappresentati anche dai centri termali diffusi in tutto il territorio nazionale.

«Un progetto che sfrutta una risorsa storica del territorio, la medicina termale, mettendo insieme istituzioni ed enti capaci di lavorare, ancora una volta, in grande sinergia. – afferma il Rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto – Lo studio, del professor Stefano Masiero, è quindi un brillante esempio di lavoro di squadra, dimostrazione, di quanto l’Università sia legata indissolubilmente al suo territorio».  

Il Presidente della Fondazione Cariparo, Gilberto Muraro dichiara: «È un progetto di ricerca che la Fondazione sostiene con convinzione per gli obiettivi che esso si pone: non solo la stesura di nuovi protocolli applicativi della medicina termale, con benefici attesi per i pazienti destinatari dei trattamenti, ma anche l’impatto che i suoi risultati potranno avere nel futuro sviluppo dell’area termale euganea, con ricadute positive sull’intero comparto e quindi sulla comunità stessa».

In Veneto, Abano Terme è il più grande e antico centro termale d’Europa, specialmente famoso per la fango-balneo-terapia. «Oggi, numerosi studi hanno dimostrato che i fanghi delle terme di Abano possiedono qualità antinfiammatorie e depurative, tanto da essere gli unici fanghi la cui efficacia è garantita da un Brevetto Europeo» spiega il sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato.

Il Professor Stefano Masiero coordinatore scientifico del progetto sottolinea: «Il progetto di ricerca ha come obiettivo principale quello di definire nuovi ed innovativi modelli riabilitativi sinergici in ambiente termale, che affianchino alle terapie termali tradizionali per pazienti affetti da sindrome Long-COVID, osteoartrosi e da linfedema secondario causato da mastectomia. Verranno inoltre indagati meccanismi immunologici e infiammatori coinvolti nella risposta ai trattamenti riabilitativi in ambiente termale».

Il progetto si svilupperà in due fasi. Nella fase preclinica, saranno condotti studi in vitro ed in vivo allo scopo di approfondire i meccanismi molecolari e cellulari alla base degli effetti terapeutici delle acque termali. Nella seconda fase, clinica, i pazienti coinvolti saranno trattati presso le strutture termali, associando ai trattamenti termali convenzionali con protocolli riabilitativi. I pazienti verranno valutati all’inizio e al termine del trattamento, e verranno sottoposti a due visite di controllo a distanza di 3 e 6 mesi.

Un progetto sicuramente ambizioso i cui principali obiettivi sono:

  • Approfondire scientificamente importanti aspetti molecolari e cellulari in ambito termale per poter promuovere in sicurezza e con efficacia l’impiego della medicina termale come nuovo modello di cura, prevenzione e riabilitazione per i pazienti con disabilità motoria e funzionale
  • Proporre nuovi modelli di integrazione tra trattamenti termali, cure primarie e terapia riabilitativa in pazienti con disabilità cronica. In particolare, si studieranno percorsi specifici e personalizzati per l’accoglienza in sicurezza da parte delle strutture termali dei pazienti, favorendo modelli di integrazione con l’assistenza ospedaliera e territoriale.

Infine, sarà creato uno strumento di collaborazione online per la raccolta sistematica dei dati clinico-funzionali dei pazienti che frequentano le strutture termali-riabilitative. Questo strumento, verrà progressivamente impiegato nei centri termali veneti e di altre regioni italiane. L’obiettivo è ricercare una maggiore solidità scientifica all’utilizzo dei trattamenti termali, oltre che analizzare nuove variabili che ad oggi non sono state esplorate nella letteratura scientifica.

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