È tornata anche quest’anno la Giornata Mondiale del diabete, un’opportunità per tornare a parlare di questa malattia che continua a essere molto diffusa, causando 1.5 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo. In Italia, secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, il diabete colpisce quasi il 5% della nostra popolazione, con una prevalenza maggiore negli uomini rispetto alle donne, ed è la quarta causa di morte in generale.
Accesso alle cure per il diabete per tutti
La Giornata Mondiale del diabete è stata istituita nel 1991 dalla International Diabetes Federation con il supporto dell’OMS nella simbolica data del 14 novembre, per ricordare la nascita di Frederick G. Banting che, con la collaborazione di Charles H. Best, ha scoperto nel 1921 l’insulina. La giornata è diventata un evento ufficiale delle Nazioni Unite nel 2006, e ogni anno si concentra su un tema diverso per far comprendere ad un sempre maggior numero di persone la gravità di questa malattia, come prevenirla e quali siano gli strumenti a disposizione per combatterla. Come per l’edizione del 2021, anche la Giornata Mondiale del diabete 2022 si concentra sull’accesso alle cure per tutti. Infatti, in moltissimi paesi del mondo, purtroppo vi sono ancora diverse problematiche e soprattutto impedimenti di natura economica e sociale per la cura del diabete.
Diabete, l’importanza dell’educazione
In particolare, quest’anno il focus è sull’accesso all’educazione e alle conoscenze sul diabete. Per combattere questa patologia, che più volte è stata definita come la “pandemia silente del terzo millennio”, si deve partire proprio dalla conoscenza del diabete. Comprendere quali sono gli stili di vita che più ci mettono a rischio di sviluppare questa malattia o, al contrario, come possiamo fare per invertire la rotta, in particolare nell’alimentazione, per evitare il diabete e tutte le sue complicazioni.
Di questo, e dell’importanza di far conoscere a sempre più persone i rischi e le conseguenze del diabete, ha parlato in un’intervista fornita a Radio 24, il Professor. Angelo Avogaro, Presidente della SID, Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo presso l’Università di Padova: «Il 14 novembre è una data importante, non solo per i cittadini italiani ma per i cittadini di tutto il mondo. Il diabete è una malattia molto prevalente che può portare a delle complicanze anche mortali».
Le conseguenze del diabete
«Un punto estremamente importante da sottolineare è che il cittadino deve comprendere che il diabete colpisce diverse parti dell’organismo – continua il Prof. Avogaro – ad esempio, è una delle cause più diffuse di neoplasia». Un’educazione per sensibilizzare alla problematica del diabete che deve coinvolgere sia i cittadini ma anche le istituzioni sanitarie.
«A volte il diabete non è percepito come una patologia particolarmente grave – precisa il Prof. Avogaro – con questo atteggiamento, spesso, chi ne fa le spese è proprio chi soffre di questa patologia, con una difficoltà ad accedere alle cure più innovative. Questo è dovuto al fatto che molte persone che soffrono di diabete, non sono seguite da medici o da specialisti esperti in diabetologia, perciò non ricevono le cure più adeguate o un follow-up adatto a trattare le complicanze di questa patologia».
L’impatto del diabete e del pre-diabete
Un ulteriore dato particolarmente allarmante è che un adulto su quattro con diabete rimane non diagnosticato come sottolinea il Prof. Avogaro: «L’impatto del diabete e del pre-diabete non è da sottovalutare. A volte capita di sentire qualcuno dire “ho un po’ di diabete”, questo “po’ di diabete” porta ad un incremento di quasi il 30% di malattie cardiovascolari, come infarto o ictus, ma anche problemi alle arterie e agli arti inferiori. È molto pericoloso sottostimare quel modesto incremento della glicemia che è un marcatore molto importante di rischio cardiovascolare».
Cosa fare se si ha la glicemia alta
«Per chi è sovrappeso, ha la pressione alta, una familiarità per le malattie cardiovascolari o ha un aumento dei trigliceridi, bisogna prendere provvedimenti e cambiare il proprio stile di vita – consiglia il Prof. Avogaro – fare attività fisica, anche semplicemente i famosi 10.000 passi al giorno, seguire una dieta povera di carboidrati che sono i responsabili di un forte aumento della glicemia, ridurre la quota di grassi saturi e assumere tante fibre, che aiutano a ridurre i picchi della glicemia dopo il pasto. Infine, bisogna interrompere subito il fumo di sigaretta, perché il fumo impedisce una regolare azione dell’insulina, che è quell’ormone che mantiene normale la glicemia nel sangue».