Da oggi anche presso l’Azienda Ospedale Università Padova è possibile trattare la stenosi aortica severva mediante la terapia chirurgica mini invasiva con una speciale valvola TAVI di nuova generazione.
Evolut FX, questo il nome in codice della valvola innovativa prodotta da Medtronic, si distingue per la sua capacità autoespandibile e per la presenza di marker d’oro radio-opachi che permettono un più facile posizionamento e orientamento della valvola durante la procedura chirurgica.
“Rispetto alle versioni precedenti, questa nuova valvola TAVI naviga meglio nell’aorta essendo più flessibile. Una volta che raggiungiamo il piano aortico, inoltre, possiamo orientarla per rispettare al meglio le coronarie” spiega il prof. Giuseppe Tarantini, direttore dell’Unità Operativa Dipartimentale di Emodinamica e Cardiologia Interventistica dell’Azienda Ospedale Università Padova.
L’importanza dell’accesso alle cure

Nonostante la prevalenza della stenosi valvolare aortica aumenti con l’età, molti pazienti non hanno accesso alla procedura TAVI a causa di disparità territoriali e una frammentazione del servizio sanitario.
“La mancanza di un collegamento tra la medicina del territorio e gli ospedali rimane una grave lacuna del sistema ed è necessario un piano cardiologico di ripartenza – dichiara il prof. Tarantini – che preveda la costituzione di un percorso diagnostico-terapeutico assistenziale. Questo percorso deve favorire la comunicazione tra medico di medicina generale, cardiologo del territorio e gli specialisti dei centri di riferimento”.
Un futuro di maggiore accessibilità e sostenibilità
L’adozione di Evolut FX non solo amplia le possibilità terapeutiche ma contribuisce anche alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Riducendo la degenza ospedaliera e migliorando la qualità di vita dei pazienti, si riducono i costi associati al trattamento della stenosi aortica severa. E’ questo quanto enfatizzato da Stefano Lusian, Country Sales Manager Structural Heart di Medtronic, che vede nell’Evolut FX un esempio di progresso sociale e sanitario.
La stenosi aortica: la patologia che richiede un approccio chirurgico più frequente
La stenosi aortica è la patologia valvolare che richiedere un trattamento chirurgico più diffusa sul territorio italiano: è causata da una degenerazione calcifica della valvola aortica che le impedisce una corretta apertura. Questa stenosi porta ad una riduzione del flusso di sangue e ossigeno a tutti gli organi, da qui il manifestarti dei sintomi tipici quali affanno, dolore toracico e svenimenti. La conseguenza più grave della stenosi aortica, che interessa principalmente le persone anziane sopra i 65 anni, è lo scompenso cardiaco.
Dei 60 mila casi in Italia di pazienti affetti da stenosi aortica sopra i 65 anni, 24 mila sarebbero eleggibili per l’intervento con tecnica TAVI ma non tutti riescono ad accedere al trattamento. In Italia, infatti, si effettuano 192 interventi TAVI per milione di abitanti. In Francia e in Germania sono 400. Al momento, fino al 66% delle persone che potrebbe beneficiarne non riesce ad accedere al trattamento.
Trattamento della stenosi aortica: le attuali opzioni terapeutiche
Nel panorama attuale dei trattamenti per le patologie valvolari cardiache, emergono due principali approcci terapeutici: la tradizionale cardiochirurgia e l’innovativa procedura TAVI. Entrambe le opzioni offrono soluzioni vitali per i pazienti, adattandosi a differenti necessità e condizioni cliniche.
Cardiochirurgia: un approccio classico
La cardiochirurgia rappresenta un metodo consolidato, attraverso il quale si sostituisce la valvola cardiaca nativa con una protesi biologica derivata da tessuti bovini o suini. Questo processo richiede l’apertura chirurgica del torace, l’arresto del cuore e l’utilizzo di una macchina per la circolazione extracorporea, garantendo così un intervento accurato e controllato.
L’avanguardia della TAVI: mini accesso
Contrastando l’approccio tradizionale, la TAVI si propone come soluzione minimamente invasiva per il trattamento della stenosi aortica per i pazienti che presentano un rischio chirurgico elevato o per quelli di età superiore ai 75 anni. Questa tecnica consiste nell’inserimento di un catetere nell’arteria femorale, attraverso il quale viene posizionata la nuova valvola cardiaca direttamente nel sito della valvola nativa mal funzionante. Ciò avviene senza necessità di sostituirla completamente, permettendo al paziente di rimanere sveglio o sedato durante l’intervento.
Come sottolineato dal prof. Tarantini, la soluzione TAVI più che mini invasiva, sarebbe più propriamente da definire a “mini accesso“. Anche le procedure chirurgiche più consolidate oggi possono infatti avere una mini invasività ma nel caso della TAVI, ci si limita ad una piccola incisione sull’inguine ed il paziente può restare sveglio durante tutta la proceduta, senza la necessità di ricorrere al delicato arresto del cuore.