Il Centro Cardiologico Monzino ha compiuto un notevole progresso nell’ambito della salute cardiaca con l’impianto di 35 cuori artificiali di successo, di cui otto sono i dispositivi HeartMate 3, riconosciuti come i più avanzati a livello internazionale. Questi dispositivi rivoluzionari sfruttano la tecnologia di levitazione magnetica per minimizzare le complicanze e ripristinare il flusso sanguigno, rappresentando un punto di svolta nella gestione delle insufficienze cardiache.
Cuori Artificiali: una soluzione vitale
I cuori artificiali, noti come VAD (Ventricular Assistance Device), fungono da “pompe del sangue” che contribuiscono al funzionamento del ventricolo cardiaco, in particolare quello sinistro, garantendo una distribuzione efficace del sangue in tutto il corpo. Questi dispositivi miniaturizzati sono collocati all’interno del torace e forniscono un supporto vitale all’azione cardiaca.
Il Prof. Piergiuseppe Agostoni, Direttore della Cardiologia Critica del Monzino, spiega l’importanza dei VAD: “Lo scompenso cardiaco grave rappresenta l’incapacità del cuore di svolgere le sue funzioni vitali in modo adeguato. Fino a qualche decennio fa, l’unico rimedio era il trapianto di cuore, che presenta limiti significativi. Per questo motivo, la ricerca si è concentrata sui VAD, in particolare su dispositivi all’avanguardia come l’HeartMate 3.”
HeartMate 3: tecnologia innovativa per una maggiore sicurezza
Gli HeartMate 3 si distinguono per l’utilizzo di tecnologie avanzate di propulsione del sangue basate su campi magnetici, garantendo maggiore durata e sicurezza rispetto alle soluzioni del passato. Questi dispositivi, notevolmente compatti, sono alimentati da batterie portatili simili a una cintura. Inoltre, sono in fase di sperimentazione ricariche wireless, eliminando la necessità di batterie esterne.
L’impianto di un VAD è il risultato di un lavoro di squadra multidisciplinare, che va dalla selezione del paziente al follow-up nel tempo. Coinvolge esperti di cardiologia, imaging ed emodinamica, psicologi, anestesisti rianimatori e cardiochirurghi, assicurando un trattamento completo e personalizzato.
Il Prof. Agostoni sottolinea il cambiamento di prospettiva nel trattamento delle insufficienze cardiache: “I VAD non sono più considerati solo una soluzione temporanea in attesa di un trapianto, ma una terapia a lungo termine che può sostituire il trapianto stesso. Le performance dei VAD migliorano costantemente grazie all’evoluzione tecnologica. La sopravvivenza media dei pazienti con VAD a lungo termine è ora di circa 5 anni, rispetto a una precedente attesa di 6 mesi. Tuttavia, la situazione di ciascun paziente è unica, e la scelta di un VAD dipende dalle condizioni specifiche.”
I cuori artificiali rappresentano una pietra miliare nella gestione delle insufficienze cardiache, offrendo ai pazienti una nuova speranza e una migliore qualità di vita. L’HeartMate 3 e altre tecnologie simili promettono di migliorare ulteriormente la salute cardiaca e la prospettiva di vita dei pazienti, aprendo nuovi orizzonti nel campo della medicina cardiovascolare.