Diabete e BMI: attenzione nei giovani

Il diabete mellito è una malattia metabolica cronica, caratterizzata dall’elevata presenza di glucosio nel sangue (iperglicemia).

La sua insorgenza è strettamente correlata ad una insufficiente produzione di insulina, un ormone prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas o una sua alterata funzione.

Attualmente la comunità medico-scientifica riconosce tre tipologie di diabete esistenti:

  • diabete di tipo 1 (o insulino-dipendente, caratterizzato da una produzione insufficiente dell’ormone)
  • diabete di tipo 2 (caratterizzato da una ridotta produzione e ridotta sensibilità dell’organismo all’insulina)
  • diabete gestazionale (generalmente transitorio, interessa le donne in stato di gravidanza)

Un recente studio* pubblicato sulla rivista “Diabetes Care” ha dimostrato che obesità e sovrappeso aumentano il rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche nei giovani affetti da diabete di tipo 1, che diventa quindi molto simile a quello dei coetanei con diabete di tipo 2.

Le conclusioni dello studio suggeriscono quindi l’estrema necessità di intervenire precocemente sullo stile di vita dei giovani per prevenire un peggioramento della malattia.
Dallo studio si evince che la resistenza dei tessuti periferici all’insulina peggiora nei pazienti in sovrappeso e questa correlazione deve essere considerato un campanello d’allarme per eventuali futuri esiti gravi come il diabete di tipo 2 a esordio giovanile.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 284 adolescenti e giovani adulti di età compresa tra 12 e 21 anni con diabete di tipo 1, diabete di tipo 2 e senza diabete, stratificati in base all’indice di massa corporea (BMI). Hanno valutato la frequenza cardiaca a riposo e la pressione sanguigna, oltre a marker infiammatori (proteina C reattiva ad alta sensibilità, adiponectina) e funzionalità renale (rapporto albumina urinaria-creatinina, velocità di filtrazione glomerulare stimata).

I partecipanti sono stati sottoposti a test diagnostici ed esami specifici per valutarne i parametri. Nei giovani con diabete di tipo 1 e obesità, la frequenza cardiaca a riposo è risultata significativamente più alta rispetto ai coetanei con sola obesità o ai soggetti normopeso con diabete di tipo 1 e con diabete di tipo 2.
Anche la pressione arteriosa sistolica e diastolica sono risultate più elevate tra i partecipanti con diabete di tipo 1, sia normopeso che obesi, rispetto ai rispettivi gruppi di controllo stratificati in base al BMI.

La pressione arteriosa sistolica e diastolica, così come i loro percentili corrispondenti, crescevano
all’aumentare del BMI nel gruppo con diabete di tipo 1 e con diabete di tipo 1/obesità, e non differivano in modo significativo rispetto ai soggetti con diabete di tipo 2

Approfondiamo quindi con la dottoressa Francesca Spasaro, Medico Chirurgo specialista in
Endocrinologia, Diabetologia e Nutrizione Clinica e Direttore Sanitario del Centro di Medicina Integrata “Medea Medica” a Roma.

Dottoressa Spasaro, la ricerca ha dimostrato una stretta correlazione tra il BMI (e l’insorgenza di malattie cardiovascolari) ed il diabete in pazienti molto giovani. Cosa consiglia di fare in termini di prevenzione primaria?

Sicuramente esiste un nesso causale tra il sovrappeso e l’obesità e l’insorgenza di patologie metaboliche e cardio-vascolari. Purtroppo, lo stile di vita proposto dalla società contemporanea, sta facendo progressivamente ridurre l’età d’insorgenza di queste problematiche. Sempre più spesso, nella mia pratica clinica, mi trovo di fronte pazienti giovanissimi fortemente sovrappeso o francamente obesi che lottano con patologie metaboliche gravose.

La prevenzione primaria risiede nello stile di vita di questi giovani pazienti, inteso come corretta alimentazione, adeguata idratazione corporea e attività fisica. Solo la commistione di questi 3 fattori, opportunamente integrati e bilanciati, può portare ad un risultato concreto in termini di prevenzione.

Sicuramente è necessario ripensare all’approccio al trattamento del diabete di tipo 1 nei giovani, ma magari anche alle modalità di somministrazione dell’insulina?

La ricerca scientifica è fervente nell’ottica di proporre modalità di somministrazione di insulina sempre più semplici e maneggevoli per il paziente e sempre più efficaci dal punto di vista del compenso glico-metabolico.

Al momento, l’approccio in uso che offre un maggior beneficio in questi pazienti è l’utilizzo dei microinfusori con sistema integrato di rilevazione della glicemia. Questi apparecchi, estremamente sensibili e accurati, permettono di mimare in maniera fedele la secrezione pancreatica.

L’ipertensione, spesso presente nei soggetti con diabete, rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo?

L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio cardiovascolare riconosciuto, insieme al diabete mellito, all’obesità, alla dislipidemia e al fumo di sigaretta. Sicuramente l’eccesso ponderale in questi pazienti determina un ulteriore incremento dei valori pressori, generando un circolo vizioso che va disinnescato e, attraverso il calo ponderale, trasformato in un circolo virtuoso: riduzione del peso, riduzione dei valori pressori, ottimizzazione del profilo glico-metabolico e quindi prevenzione primaria da patologie cardio-vascolari.

Riferimenti bibliografici

*Tommerdahl KL et al. Impact of Obesity on Measures of Cardiovascular and Kidney Health in Youth With Type 1 Diabetes as Compared With Youth With Type 2 Diabetes. Diabetes Care. 2021 Mar;44(3):795-803

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