Un chicco di riso scatenato e cattivo. Con la consueta energia, che da sempre la caratterizza, Donatella Rettore – protagonista sul palcoscenico di Sanremo 2022 – ha raccontato il suo recente vissuto con il tumore al seno. Il valore di questa testimonianza così privata, per altro di uno dei tumori più diffusi, sta innanzitutto nel racconto del momento in cui il cancro è stato diagnosticato.
L’artista racconta infatti il volto di una sanità che in pieno lockdown, quando tanta parte della prevenzione era immobile per cause di forza maggiore, ha saputo garantire alle persone prevenzione, diagnosi e cura.
«Sono stata salvata dallo IOV – Istituto Oncologico Veneto in piena pandemia – racconta la cantante veneta, una carriera che copre quasi cinque decenni -, adesso sono trascorsi due anni esatti, due anni lunghissimi ma anche bellissimi. Io ero tranquilla, mi sottoponevo a controlli periodici, ma quella volta la mia ginecologa, visitandomi, mi disse: “Non mi piace il sassolino che hai qui”. Mi sono fatta fare l’impegnativa per una ecografia e una mammografia, invece mi hanno fatto subito un ago aspirato: nel giro di pochissimi giorni sono stata ricoverata e sottoposta a intervento chirurgico. Avevo un chicco di riso, piccolo ma molto scatenato e cattivo. Tanto che l’esame istologico non è risultato buono, e sono dovuta tornare in sala operatoria».
La crisi sociosanitaria derivante dalla pandemia di Covid-19 ha compromesso gravemente i percorsi di prevenzione e cura di molte patologie, anche se – come si evince dal Report “Impatto della pandemia Covid-19 sull’erogazione di prestazioni sanitarie” di Gimbe – questo è stato molto diverso da territorio a territorio. In generale però nel periodo marzo-giugno 2020 la quasi totalità delle Regioni italiane ha registrato una variazione percentuale in negativo del volume di interventi chirurgici relativi a questa patologia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo calo di accesso alla prevenzione non sempre è stato dettato da difficoltà del sistema sanitario a erogare i servizi, ma spesso da una percezione tale di pericolo rispetto al Covid-19 che paralizzava l’utente dal prenotare le proprie visite di prevenzione e controllo. Un aspetto questo, che fortunatamente si è mitigato con le ondate successive della pandemia.
Doppia operazione in pieno lockdown
A prendersi cura in sala operatoria di Donatella Rettore è stato il dottor Gianfranco Mora, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia Senologica 2, sede IOV di Castelfranco Veneto, ma come spiegato a fare la differenza è stato l’insieme dei professionisti che accolgono le pazienti.
Donatella Rettore
Medici e infermieri sono stati tutti dolci e carinissimi, persone di grande competenza e grande amore per gli esseri umani. Se avessi aspettato, sottovalutato la questione, il mio percorso sarebbe sicuramente stato diverso, invece il tumore è stato preso subito da chi è pratico del bisturi
Il periodo di follow-up, con i controlli ha confermato lo stato di ottima salute dell’artista.
«Sei vivo, e quando sei vivo devi fare cose. Alle donne e agli uomini che stanno affrontando una storia di cancro – riprende Rettore – dico che bisogna continuare a crederci, tirare fuori tutta la forza che si ha in corpo. A tutti dico che è fondamentale fare prevenzione: spesso è una lotta contro il tempo e non bisogna avere tentennamenti o dubbi. Se temporeggiamo, non facciamo che peggiorare la situazione. E ricordo che si può contribuire alla ricerca scientifica, devolvendo il 5 per 1000 all’Istituto Oncologico Veneto”. Un consiglio? È fondamentale affidarsi, credere negli altri. Noi viviamo in una società: una foresta con un albero solo sarebbe un deserto».
«Ringraziamo Donatella Rettore – ha affermato Patrizia Benini, Direttore Generale dello IOV – IRCCS, – per questa testimonianza di positività, stimolo per tutti i nostri pazienti, e convinto sostegno al nostro Istituto».