Cos’è l’etica medica e cos’ha di speciale rispetto alla morale di senso comune? Cos’hanno di diverso l’etica e la bioetica? Come si rilascia un consenso davvero informato? Che differenza c’è tra autonomia e autodeterminazione? Di chi è il nostro corpo? Cosa sono l’eutanasia, l’accanimento terapeutico e il suicidio assistito?
Sono solo alcune delle domande a cui Giorgio Macellari, senologo e dottore in Filosofia, docente nell’Accademia di Senologia Umberto Veronesi e Presidente della Sezione Emilia-Romagna dell’Istituto Italiano di Bioetica, si propone di rispondere all’interno di Etica per il medico giusto, pubblicato da Il Pensiero Scientifico Editore.
Il testo, pensato per aiutare il personale sanitario a orientarsi di fronte alle questioni morali che quotidianamente si trova ad affrontare senza spesso essere in possesso dei mezzi necessari, parte con una metafora calzante: etica e medicina come gemelle siamesi inseparabili, necessarie l’una per la sopravvivenza dell’altra.
Da un lato infatti, la pratica clinica, fatta sì di protocolli, ma connotata da una componente umana intrinseca nell’atto stesso della cura. Dall’altro la riflessione morale, vuota fin quando non viene applicata empiricamente. Un rapporto complesso ma inscindibile che si esplica nella relazione tra medico e paziente. Qui entra in gioco l’importanza della comunicazione, rispetto alla quale il personale sanitario è raramente formato e che assume un ruolo cruciale nel momento in cui il paziente viene coinvolto nei processi decisionali che riguardano il trattamento.
A complicare il quadro, un contesto professionale difficile, in cui innovazioni tecnologiche rivoluzionarie fanno da controcanto alle criticità di sistemi sanitari che stentano a tenere il passo con i progressi tecnici, lasciando poco spazio alla riflessione morale sulle scelte mediche.
Con approccio pragmatico, Macellari si serve di casi clinici come strumento didattico, permettendo ai propri lettori di confrontarsi con situazioni concrete a partire dalle quali riflettere su questioni quali l’autonomia del paziente, la dignità nella fase terminale della vita, i limiti dell’intervento medico. L’autore invita a considerare l’etica non come un “cilicio” ma come un “attrezzo del mestiere quotidiano”, essenziale quanto le competenze tecniche: curare, del resto, non è mai un gesto neutro, ma implica scelte e considerazioni che esulano dai manuali di anatomia.
Etica per il medico giusto si inserisce in un panorama editoriale povero di contributi aggiornati per la formazione etica del personale sanitario. Il libro risponde all’esigenza di integrare la dimensione etica nella pratica medica quotidiana, a partire dalla consapevolezza che non si tratta di “sapere cosa è giusto”, quanto di orientarsi tra i mille crocevia morali che ogni professionista della salute è destinato a incontrare lungo il proprio cammino.