Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, “Donare il sangue è un gesto di solidarietà”

Oggi è il World Blood Donor Day, la Giornata Mondiale del Donatore di sangue, un evento celebrato in tutto il mondo che ogni anno diventa sempre più importante. Il tema di quest’anno è la solidarietà, perché donare il sangue e il plasma, è un piccolo gesto, che però può aiutare tantissime persone e salvare delle vite.

Le iniziative di Avis Veneto: “M’illumino del Dono”

In occasione della “Giornata mondiale del donatore di sangue”, l’Avis regionale del Veneto, con Avbs Belluno, ha lanciato la campagna “M’illumino del Dono”. Tutte le Avis comunali e provinciali del Veneto sono invitate a partecipare illuminando di rosso un luogo simbolico della propria città, sia esso la propria sede Avis, oppure un monumento storico, un sito di interesse archeologico, artistico o culturale, oppure un luogo di cura, in accordo con Comuni, enti. 

«L’iniziativa è stata pensata per segnare il passo del “ritorno alla vita” dopo due anni di pandemia – ha spiegato Vanda Pradal, presidente di Avis Veneto – per sensibilizzare i cittadini sull’importanza della nostra associazione e del dono di sangue e plasma. Questi primi mesi dell’anno registrano un calo preoccupate delle donazioni, e se il trend continuerà, non saremo più in grado di soddisfare le richieste di sangue e di contribuire all’autosufficienza nazionale. Dobbiamo assolutamente invertire la tendenza».

L’emergenza nella raccolta di sangue e plasma

Emergenza nella raccolta di sangue e plasma in Italia. I dati totali diffusi dal Centro Nazionale Sangue (CNS) per il 2021 e quelli preliminari per il 2022, mostrano un quadro preoccupante, e se la tendenza non sarà invertita è probabile che durante l’estate si registreranno forti carenze di sangue e plasma.

L’effetto della pandemia sulle donazioni di sangue

Anche le donazioni di sangue e plasma sono uno di quei settori della sanità che è stato colpito duramente dalla pandemia da Covid-19, i cui effetti purtroppo continuano a farsi sentire. Il CNS ha comunicato che, nel 2021, i donatori di sangue e plasma in Italia sono stati 1.653.268. Un dato che nonostante tutto segna una ripresa rispetto ai numeri del 2020, ma che è ancora inferiore rispetto al periodo pre-Covid, -1,8% rispetto al 2019.

Una situazione preoccupante che conferma una tendenza al ribasso che perdura ormai da dieci anni. La diminuzione nel popolo dei donatori è del quasi 5% rispetto al 2012. Il sistema trasfusionale era rimasto pressoché stabile nei cinque anni pre-Covid, per poi essere duramente colpito dalla diffusione della pandemia.

L’allarme per la raccolta di plasma

Purtroppo, anche quest’anno, i numeri non fanno ben sperare, ancora una volta a causa del Covid-19 e delle sue varianti. In gennaio e febbraio si è registrata una grave diminuzione, probabilmente a causa del picco di casi della variante Omicron. In marzo, la situazione è rimasta abbastanza stabile, mentre in aprile, vi è stato un nuovo brusco calo, in particolare nella raccolta di plasma. Un quadro generale che quasi sicuramente porterà ad un inizio anticipato delle carenze che di solito si registrano ogni anno nei mesi estivi, complici le temperature elevate e le vacanze, che spingono gli italiani a donare di meno. 

È probabile che anche quest’anno, per soddisfare il fabbisogno nazionale di medicinali plasmaderivati, si dovrà ricorrere al, costoso, mercato internazionale. In questo campo, gli Stati Uniti sono uno dei principali punti di riferimento, ma purtroppo, anche in questo paese, si sono registrate molte difficoltà nella raccolta di plasma.

Il problema dell’invecchiamento dei donatori di sangue 

Situazione diversa per la raccolta di globuli rossi, dove è stata raggiunta e garantita l’autosufficienza. Tutto questo grazie al costante impegno della popolazione dei donatori e del personale sanitario. Nonostante i molti problemi causati da quarantene, reparti Covid e campagna vaccinale hanno permesso al sistema trasfusionale di reggere anche in piena emergenza. 

Un dato che però desta preoccupazione è il progressivo invecchiamento della popolazione dei donatori, che non viene accompagnato da un adeguato ricambio generazionale. Una situazione in linea con il calo demografico e l’invecchiamento generale della popolazione italiana, che avrà impatti inevitabili per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. La fascia dei donatori tra i 18 e i 45 anni è passata da 1.089.510 nel 2012 a 866.112 nel 2021. Un calo che si accompagna anche ai numeri allarmanti relativi ai nuovi donatori per questa fascia d’età, che registra un decremento del 24%.

Un’emergenza estiva difficile da risolvere

Il direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo de Angelis commenta così i dati: «Dopo due anni e mezzo di pandemia il conto da pagare è ancora salato. Bisogna ringraziare i donatori che con la loro generosità garantiscono il funzionamento di un sistema basato sui criteri di una donazione sicura, volontaria, anonima, periodica e non remunerata. Il Covid-19 però, anche con le sue varianti meno aggressive, ha inciso enormemente in questi primi mesi dell’anno e i suoi effetti aggraveranno le consuete carenze che si registrano ogni estate».

«È quindi probabile che, a meno di un imprevedibile cambio di tendenza, nei mesi di luglio e agosto andremo incontro a delle difficoltà che non si risolveranno, come spesso accade, grazie alla disponibilità di quelle regioni che hanno scorte eccedenti rispetto alla domanda di sangue e “compensano” le regioni in affanno. Non sarà quindi una sorpresa se il sangue disponibile servirà a garantire le terapie salvavita a pazienti affetti da malattie rare, come i talassemici, mentre gli interventi chirurgici non urgenti dovranno essere rimandati».

L’appello di AVIS 

«L’andamento degli ultimi mesi ci pone di fronte a numerose sfide che possiamo e dobbiamo affrontare assieme» ha commentato Gianpietro Briola, Presidente nazionale di AVIS e coordinatore pro-tempore del CIVIS (Coordinamento Interassociativo dei Volontari Italiani del Sangue, che oltre ad AVIS riunisce Croce Rossa, FIDAS e FRATRES). «Tra questi, il raggiungimento dei livelli pre-pandemia e l’incremento dell’indice di donazione individuale, fermo all1,6%. Basta poco per compiere questo gesto di generosità almeno due volte lanno, possibilmente alternando sangue e plasma, così da incrementare la frequenza delle proprie donazioni e rispondere meglio alle esigenze del Servizio Sanitario Nazionale». 

«Tutto ciò dimostra l’importanza di tutelare, così come sostenuto dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, la donazione volontaria, anonima, periodica, responsabile e gratuita. Questi sono i valori che da sempre contraddistinguono il modello italiano, riconosciuto e stimato a livello internazionale, ed è in questa direzione che vogliamo e dobbiamo operare per il bene dei nostri pazienti».

Come si dona il sangue e il plasma 

Donare il sangue è semplice e possono farlo tutti i cittadini in possesso di un documento d’identità valido e dei giusti requisiti fisici che sono:

  • Età compresa tra i 18 e i 65 anni (per la prima donazione 60 anni, i donatori periodici possono donare fino a 70, previo consenso del medico selezionatore)
  • Peso corporeo minimo di 50 chilogrammi
  • Un buono stato di salute

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