“Un tempo associata ai paesi ad alto reddito, l’obesità è ora prevalente anche nei paesi a basso e medio reddito raggiungendo proporzioni epidemiche a livello globale e rappresentando, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) uno dei principali problemi di salute pubblica, nonostante il grado di malnutrizione esistente sul pianeta”. Con queste parole Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità introduce uno degli aspetti fotografati dalla quarta edizione, fresca di pubblicazione dell’Italian Barometer Obesity Report, lo studio realizzato da Ibdo Foundation, in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave, e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del progetto Driving Change in Obesity. Il reddito sembra essere, quindi, insieme alla cultura della corretta alimentazione, uno dei tratti determinanti della silenziosa epidemia di sovrappeso che poco alla volta sta allargandosi in ogni parte del mondo, compreso il nostro Paese.
Quali sono i numeri dell’obesità
Il barometro dell’obesità 2022 registra oltre il 46%, ben 25 milioni, di italiani con problemi di peso in eccesso, di cui quasi il 27% dei bambini e ragazzi dai 3 ai 17 anni, con circa 2,2 milioni di minori che combattono con l’ago della bilancia. L’obesità negli adulti si aggira invece intorno al 12%, con circa 6 milioni di italiani obesi, soprattutto residenti tra Sud e Isole. In estrema sintesi sono questi i numeri registrati dal 4° Italian Barometer Obesity Report.
Cos’è l’obesità
L’obesità è una malattia multifattoriale in cui l’apporto alimentare svolge un ruolo rilevante nella determinazione e nella terapia della stessa patologia. Uno dei motivi per cui il numero di persone obese ha subito un continuo e critico aumento nel corso degli ultimi decenni è da attribuire anche al fatto che sono aumentati i livelli di calorie assunte quotidianamente, che vanno ben oltre il fabbisogno energetico giornaliero. Oltre alla quantità di alimenti vi è stato anche un errato apporto qualitativo nella alimentazione della popolazione, che si interseca nel globale ambiente obesogeno. Un apporto dietetico non ottimale è un importante fattore di rischio prevenibile per le malattie non trasmissibili (NCD).
Obesità: ancora molti pregiudizi e miti da sfatare
Il problema è largamente diffuso e con tassi di crescita importanti e rappresenta un fattore complesso, con impatti gravi sulla salute individuale, sul possibile sviluppo di patologie e malattie, oltre che sulla salute pubblica. L’obesità è una patologia complessa che soffre ancora di molti pregiudizi, a volte estremamente dolorosi per chi ne soffre. «I miti e le idee sbagliate sull’obesità sono prevalenti nei media, nella cultura popolare e nella letteratura scientifica, con un 72% delle immagini sui media che rappresentano gli obesi come persone pigre, in cattiva salute e non motivate – illustra il Report – pertanto, non sorprende che la stigmatizzazione degli obesi sia stata definita come l’ultimo pregiudizio accettabile».
Differenze di genere e territoriali evidenti
La quarta edizione del barometro evidenzia differenze di genere (fra gli adulti l’11,1% delle donne è obeso contro il 12,9% degli uomini; tra i bambini e gli adolescenti il 23,2% delle femmine in eccesso di peso contro il 29,2% dei maschi) e territoriali, con Sud e Isole in testa per numeri, dove rispettivamente il 31,9% e il 26,1% dei bambini e degli adolescenti è in eccesso di peso rispetto al 18,9% al Nord-Ovest, al 22,1% al Nord-Est e al 22% al Centro.
Un problema con origini lontane: prestare attenzione all’infanzia
Le persone obese che desiderano dimagrire sono spesso riuscite in più occasioni ad ottenere una perdita di peso significativa, ma non sono state in grado di mantenerla a causa di fattori fisiologici. La perdita di peso scatena infatti una risposta ormonale che induce un maggior appetito ed un ridotto consumo di energia. Questa risposta non si ferma neanche molti anni dopo la perdita di peso iniziale. Questo aspetto si lega strettamente ai numeri allarmanti registrati nei bambini e ragazzi. «In Italia i dati della sorveglianza nazionale OKkio alla Salute 2019, su 50.000 bambini della terza elementare (8-9 anni di età) riportano una prevalenza di sovrappeso/obesità intorno al 30% (3 bambini su 10) di cui 20,4% sovrappeso, 9,4% obesi (del 6.9% obesi e 2.4% obesità grave) – spiega Mariacarolina Salerno, Presidente SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) – si evidenzia un chiaro trend geografico che vede le Regioni del Sud avere valori più elevati di eccesso ponderale in entrambi i generi».
Come favorire stili di vita sani nei bambini
Per favorire e promuovere corretti stili di vita in bimbi e adolescenti con obesità o sovrappeso, la SIEDP ha messo a punto un “Vademecum” con alcuni consigli per contrastare il guadagno di peso e migliorare la salute. Questi consigli, semplici da seguire, possono essere una pratica guida per migliorare l’alimentazione e l’attività motoria nei bambini. Il “Vademecum” è consultabile online al sito web della SIEDP (www.siedp.it).