La relazione tra restrizione calorica e terapie anti tumore è stata ulteriormente approfondita in un recente studio condotto da Pier Giuseppe Pelicci, Luca Mazzarella e il team dell’Istituto Europeo di Oncologia, ora pubblicato su Nature Communications. La ricerca mette in luce una dinamica complessa tra dieta e trattamento oncologico, evidenziando come la restrizione calorica, pur rallentando inizialmente la crescita tumorale, possa a lungo termine favorire un ritorno della malattia, in forma più aggressiva. Questo fenomeno è stato osservato in modelli animali affetti da leucemia mieloide acuta e tumore della mammella.
Il ruolo chiave delle cellule staminali del cancro
Il fulcro dello studio è l’analisi dell’impatto della restrizione calorica sulle cellule staminali del cancro, conosciute per la loro capacità di rigenerare i tumori e resistere ai trattamenti. I risultati hanno mostrato che, sebbene la restrizione calorica rallenti la crescita delle cellule tumorali, provoca un incremento significativo delle cellule staminali cancerose, portando a una recidiva della malattia in forma più virulenta.
La svolta con la regolazione dell’epigenoma
I ricercatori hanno poi studiato e compreso come le cellule tumorali, a lungo andare, si salvano dagli effetti negativi della restrizione calorica: esse imparano ad adattarsi alla deprivazione di energia indotta da quest’ultima riprogrammando in maniera globale l’espressione dei propri geni ed il proprio metabolismo. Andando ancora più a fondo, hanno scoperto che tale adattamento è dovuto alla proteina LSD1, che non a caso è un regolatore dell’epigenoma, e quindi dell’espressione dei geni del nostro DNA, in risposta a stimoli ambientali.
“Lo studio ha portato ad un risultato ancora più sorprendente – afferma Luca Mazzarella, Group Leader in IEO e coautore della ricerca – LSD1 è così importante per la capacità delle cellule tumorali di adattarsi alla restrizione calorica, che le cellule tumorali sviluppano una vera dipendenza da LSD1.
Questa è apparsa subito come una buona notizia, perché LSD1 può essere inibita con una classe di farmaci già in studio per il trattamento di alcuni tumori del sangue. E, infatti, quando abbiamo aggiunto l’inibitore di LSD1 alla restrizione calorica, nel 90% degli animali trattati le cellule staminali del cancro sono sparite definitivamente, e con esse il tumore, contro il 40% degli animali trattati con il solo farmaco ma nutriti normalmente, o lo 0% negli animali sottoposti alla sola restrizione calorica. Non abbiamo osservato questo effetto del farmaco nelle cellule staminali normali, dove la restrizione calorica ha continuato a mostrare il suo effetto benefico sulla loro funzione, come già ampiamente dimostrato”.
Implicazioni cliniche e precauzioni
Sebbene i risultati siano promettenti, è necessario procedere con cautela nell’applicazione della restrizione calorica come strategia terapeutica nei pazienti oncologici. La ricerca evidenzia l’importanza di ulteriori studi per confermare l’efficacia di questa combinazione terapeutica nell’uomo, sottolineando nel contempo l’irrinunciabile ruolo della nutrizione nella prevenzione del cancro.
Questo studio apre nuovi orizzonti nella comprensione e nel trattamento del cancro, evidenziando come l’integrazione tra diete specifiche e terapie mirate possa offrire soluzioni innovative nella lotta contro questa malattia. Resta l’importanza della cautela nell’adozione di regimi di restrizione calorica in pazienti oncologici e l’accento sulla prevenzione attraverso il controllo del peso e la lotta all’obesità.