Le vertigini sono un sintomo caratterizzato da una sensazione di movimento e instabilità, spesso descritta come “testa che gira” o come se l’ambiente ruotasse intorno a noi.
In alcuni casi si tratta di disturbi transitori e benigni, ma in altre situazioni possono causati da una condizione più seria. In Italia, si stima che circa il 30% della popolazione adulta abbia sperimentato episodi di vertigini almeno una volta nella vita.
Quando preoccuparsi per le vertigini?
Ci sono 3 segnali da non sottovalutare:
- Le vertigini compaiono associate ad altri sintomi di tipo neurologico, come visione sdoppiata, difficoltà nel parlare, cefalea intensa
- L’episodio di vertigine è improvviso, di lunga durata, non legato a movimenti o stimoli evidenti ed eventualmente associato a impossibilità a mantenere la postura eretta.
- Il disturbo dell’equilibrio si associa a svenimento

Qualsiasi tipo di disturbo dell’equilibrio va sempre valutato da uno specialista, ma se le vertigini si presentano con una o più delle suddette caratteristiche è consigliabile rivolgersi al medico con urgenza.
Per conoscere meglio le vertigini e le loro caratteristiche In questo articolo vedremo cosa sono, quali sono le cause e quali sono le opzioni di trattamento disponibili.
Cosa sono le vertigini e quando preoccuparsi
Le vertigini non rappresentano una malattia in sé, ma un sintomo che può derivare da alterazioni a carico dell’apparato vestibolare o del sistema nervoso centrale.
Le vertigini si distinguono in:
- Vertigini periferiche, originate da un disturbo dell’orecchio interno, come nel caso della VPPB (Vertigine Parossistica Posizionale Benigna) o della Malattia di Ménière.
- Vertigini centrali, dovute a disfunzioni neurologiche, come nel caso di ictus o patologie del cervelletto.
Esistono anche forme di tipo misto in cui si associano alterazioni delle vie vestibolari sia periferiche che centrali
Spesso si associano a nausea intensa, vista offuscata, alterazioni dell’udito, difficoltà di coordinazione e talvolta cadute.
Quali sono le cause delle vertigini
Le vertigini possono avere numerose cause, che spaziano da disfunzioni dell’orecchio interno a disturbi neurologici o cardiovascolari. Vediamone alcune.
Vertigine Parossistica Posizionale Benigna (VPPB)
È la forma più comune di vertigine periferica. È causata dal distacco e dallo spostamento di piccoli cristalli di carbonato di calcio (otoliti) all’interno dei canali semicircolari dell’orecchio interno. Quando questi cristalli interferiscono con il normale movimento dei liquidi nei canali, il cervello riceve segnali confusi sull’equilibrio, generando una vertigine intensa ma di breve durata, scatenata da cambiamenti di posizione della testa (alzarsi dal letto, piegarsi, girarsi). È una condizione benigna e risponde molto bene alle manovre di riposizionamento, come quella di Epley.
Malattia di Ménière
Si tratta di una patologia cronica dell’orecchio interno caratterizzata dalla triade: vertigini ricorrenti, ipoacusia fluttuante (calo dell’udito, spesso monolaterale) e acufeni (fischi o ronzii). Talvolta si associa sensazione di pienezza auricolare (“fullness”).
Le crisi vertiginose possono durare da 20 minuti a diverse ore, e sono spesso accompagnate da nausea e instabilità. La causa non è del tutto chiara, ma si ritiene sia dovuta ad un aumento della pressione di un liquido (endolinfa) normalmente presente nell’orecchio interno definito idrope endolinfatico. Questa malattia può influenzare profondamente la qualità della vita a causa della presenza di queste crisi inaspettate che possono essere a volte frequenti e richiede un trattamento personalizzato, che può includere dieta iposodica, farmaci, riabilitazione vestibolare e, in casi selezionati, procedure più invasive conservative (steroidi intratimpanici, chirurgia del dotto o del sacco endolinfatico) o ablative (gentamicina intratimpanica, labirintectomia, neurectomia vestibolare selettiva).
Emicrania vestibolare
Nota anche come “vertigine emicranica”, è una causa frequente ma spesso sottodiagnosticata. Colpisce soggetti con una storia di cefalea emicranica. Si presenta con episodi vertiginosi (che possono durare minuti, ore o giorni) associati o meno al mal di testa.
Altri sintomi includono fotofobia, fonofobia, nausea e sensibilità al movimento. A differenza delle forme periferiche, non c’è un danno strutturale all’orecchio interno, anche se talvolta possono associarsi sintomi uditivi come ipoacusia e sensazione di ovattamento. Il trattamento prevede il controllo dei fattori scatenanti, l’uso di farmaci preventivi per l’emicrania e, in alcuni casi, la riabilitazione vestibolare.
Cause centrali (neurologiche)
Alcune vertigini derivano da disturbi del sistema nervoso centrale, come ictus cerebellare, sclerosi multipla, tumori del tronco encefalico o patologie degenerative. Queste forme si caratterizzano spesso per la presenza di altri sintomi neurologici: diplopia, disartria, perdita di forza, instabilità marcata, alterazioni della coordinazione. In questi casi, la vertigine non è un sintomo isolato e deve essere indagata con urgenza tramite risonanza magnetica ed esame neurologico completo.
Terapia per le vertigini: quali sono le opzioni

Il trattamento delle vertigini dipende strettamente dalla causa sottostante. Tra le principali opzioni terapeutiche:
- Manovre liberatorie, come quella di Epley, usate con grande efficacia per la VPPB.
- Riabilitazione vestibolare, un percorso fisioterapico mirato a “rieducare” il sistema dell’equilibrio. È particolarmente utile nei casi di vertigini croniche.
- Terapie farmacologiche: in caso di vertigini acute o associate a nausea, possono essere impiegati farmaci antivertiginosi, antistaminici o benzodiazepine sotto prescrizione del medico.
- Supporto psicologico e terapia cognitivo-comportamentale, nei casi in cui l’ansia giochi un ruolo importante nel mantenere o aggravare i sintomi.
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