Allergie in autunno? Tutta colpa del riscaldamento globale

Un autunno ancora caldo, umido, con le temperature che non danno segni di diminuzione, e le previsioni ci dicono che questa situazione perdurerà ancora anche nelle prossime settimane. Un clima “impazzito” a causa del riscaldamento globale che provoca il ritorno fuori stagione delle allergie tipicamente primaverili.

Una vera e propria pessima notizia per i quasi 10 milioni di italiani che soffrono di allergie ai pollini. I cambiamenti climatici, infatti, stanno causando un anticipo nella comparsa della pollinazione primaverile e, nei prossimi mesi, si avrà anche un prolungamento della pollinazione invernale. Queste sono le scoperte di uno studio basato sui dati degli Stati Uniti d’America pubblicato sulla rivista Nature Communications. Tuttavia, numeri alla mano, lo studio sembra essere valido anche per il vecchio continente. I dati di questo studio dimostrano come nel corso dei prossimi decenni, la stagione della pollinazione primaverile avrà inizio con 40 giorni d’anticipo e si prolungherà di ben tre settimane in autunno.

L’allarme degli esperti: «Allergie più forti e più a lungo, anche in autunno»

Nessuna tregua per chi soffre di questi disturbi. Ma cosa sono le allergie? Si trattano di una reazione anomala del sistema immunitario che reagisce in difesa dei cosiddetti allergeni, considerati nocivi per l’organismo, anche se in realtà non lo sono. Perciò si dovrà fare i conti con naso che cola, occhi arrossati e malessere generale, anche nei periodi che una volta venivano considerati di “bassa stagione”. Un allarme lanciato anche dagli esperti italiani di allergologia, che nei giorni scorsi si sono riuniti a Verona per il Congresso nazionale della Siaaic, la Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica.

allergie
Gianenrico Senna, Presidente Siaaic

«A causa del riscaldamento globale, la stagione critica delle allergie è destinata a divenire sempre più lunga e massiccia, con ondate di pollini in contemporanea nelle stesse settimane – spiega Gianenrico Senna, professore di malattie respiratorie all’Università di Verona e presidente della Siaaic – questo comporta che le stagioni dei pollini delle diverse piante sono destinate sempre più ad emergere in contemporanea: se una volta si iniziava ad esempio con i pollini di cipresso e solo in un secondo momento arrivava la betulla, in futuro le ondate di pollini avverranno contemporaneamente nelle stesse settimane».

Stagioni delle allergie sempre più lunghe, anche in autunno

In effetti, analizzando i dati forniti negli ultimi 30 anni dalle diverse reti di monitoraggio nazionali, si può notare un deciso cambiamento nella diffusione dei pollini che causano allergie. Ad esempio, la parietaria, diffusa in Italia e nel Mediterraneo, che di solito ha già una lunga fioritura da marzo a settembre, rimane quasi tutto l’anno e continua a emettere polline fino ad ottobre inoltrato. Infine, anche l’ambrosia, una delle piante che causa le allergie più forti, comincia a fiorire a luglio e non più ad agosto, e in seguito continua a emettere polline anche per tutto l’autunno.

«Stiamo registrando un aumento delle richieste di aiuto anche in periodi in passato insoliti da parte di chi soffre di allergie solo in primavera – spiega Senna – moltissimi italiani rischiano di soffrire di allergie da pollini praticamente tutto l’anno, con sintomi peggiori e terapie che devono essere protratte nel tempo»

Il monito sull’uso dei farmaci per le allergie (anche in autunno)

Un problema intrinsecamente legato al riscaldamento globale e al cambiamento climatico che minaccia la salute e la qualità di vita di molte persone: «Se non ci decideremo a dare un taglio drastico alle emissioni di Co2, entro pochi decenni registreremo un aumento del 200% nella quantità totale di pollini rilasciata dalle piante – continua Senna – è ormai innegabile che i cambiamenti climatici stanno avendo effetti non solo sulla durata delle malattie allergiche da pollini, ma anche sulla loro intensità, con un più abbondante carico pollinico e sintomi peggiori»

Inoltre, Senna ci tiene a lanciare anche un monito ad un uso consapevole dei farmaci nel combattere i sintomi di queste allergie: «Sia le terapie con gli antistaminici, efficaci per gli starnuti e il naso che cola, sia quelle con i cortisonici per via inalatoria, contro le ostruzioni nasali, non presentano particolari controindicazioni. Ma è comunque fondamentale che a prescriverli sia il medico con cui valutare anche la possibilità di ricorrere all’immunoterapia allergene specifica».

In autunno fare attenzione alle allergie a muffe e acari

È altresì importante ricordare che l’autunno è anche la stagione peggiore per chi soffre di allergie ad acari e muffe, come l’Alternaria, l’Aspergillus o il Cladosporium, che cominciano a diffondersi a causa di pioggia, umidità e con le prime accensioni dei riscaldamenti nelle nostre case.

Infine, raccomanda Senna: «È fondamentale diagnosticarle tempestivamente, sia per evitare inutili fastidi e disturbi, sia per prevenire reazioni gravi e potenzialmente fatali».

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