In un mondo ideale, tutti noi dormiremmo sempre tranquilli, senza interrompere i nostri cicli del sonno, portando così il nostro corpo a svegliarsi ricaricato e pieno di energie. Tuttavia spesso non è così. A causa di cattive abitudini, lo stress della vita quotidiana, problemi e purtroppo anche di patologie diverse, il nostro sonno spesso viene interrotto dai cosiddetti disturbi del sonno.
I disturbi del sonno coinvolgono diversi aspetti della nostra salute e causano l’interruzione delle normali fasi del sonno. Si stima che quasi 27 milioni di persone in Italia soffrano a causa di queste patologie. Una persona su due, mentre una persona su quattro presenta un quadro grave. Dormire male lascia un pesante strascico al nostro risveglio, portando ad una riduzione generale della nostra qualità di vita. Inoltre, a causa delle problematiche sia fisiche che psicologiche causate dalla pandemia da Covid-19, il numero delle persone affette da disturbi del sonno è sensibilmente cresciuto.
Venerdì 18 marzo sarà la Giornata Mondiale del Sonno, appuntamento dedicato alla prevenzione e alla diffusione delle conoscenze legate a questi disturbi. Per comprendere meglio questo tema, ci siamo rivolti al Dottor Alvise Cappello, Specialista in Odontostomatologia, esperto in Medicina del Sonno, membro della World Sleep Society e Direttore sanitario del Medical Center Padova.
Dottor Cappello, quanto è importante dormire bene?
«Dormire bene è importantissimo per le persone: se si dorme male gli effetti sono drammatici. Basti pensare a come ci si sente quando passiamo la cosiddetta “notte in bianco”, magari perché dobbiamo assistere un familiare e quindi riusciamo a dormire poco e male. Gli effetti negativi della mancanza di sonno sono molto facili da individuare quando si ha a che fare con eventi così importanti. Tuttavia, se la mancanza di sonno è relativamente piccola, ma protratta nel tempo, come accade nei disturbi del sonno, i sintomi diventano difficili da individuare e spesso non li si collega al dormire. Sono effetti che ho definito “drammatici” perché dormire male può causare un’infinità di conseguenze: dall’aumento del rischio di avere incidenti stradali, alla perdita di memoria, alla difficoltà di concentrazione o di elaborazione, mentre nei bambini c’è una evidente riduzione della performance scolastica».
Chi può soffrire di disturbi del sonno?
«Sostanzialmente possiamo dividere i disturbi del sonno in due famiglie. Abbiamo da un lato l’insonnia, che rappresenta la metà dei disturbi e dall’altra parte, altrettanto importanti come numero e come gravità, ci sono i cosiddetti disturbi respiratori del sonno. Questi sono i disturbi che più facilmente osserviamo e spesso, le persone in cui i sintomi sono più evidenti sono chi russa in maniera rumorosa per almeno quattro notti la settimana, quelli che vengono definiti tecnicamente i russatori cronici».
«Il problema è particolarmente frequente nelle persone che sono sovrappeso, nei pazienti che soffrono di diabete, di fibrillazione atriale o malattie cardiovascolari. Tra l’altro, questi disturbi possono portare all’accumulo della proteina beta amiloide nel cervello che è una delle cause dell’Alzheimer».
Come mi accorgo di soffrire di disturbi del sonno?
«La maggior parte delle volte non è il paziente stesso ad accorgersene, ma chi gli dorme accanto o vicino. Il forte russare è senza dubbio uno dei segnali principali. Inoltre non è raro che il/la compagno/a di letto si spaventi perché assiste all’interruzione del respiro a causa delle OSAS, più comunemente note come apnee ostruttive respiratorie notturne. Accade anche nei bambini e spesso si manifesta con un leggero russare, i genitori credono che non sia un evento rilevante ma in realtà maschera un quadro che fa parte dei disturbi del sonno».
«Chi dorme solo invece, fa parte della categoria più “sfortunata” perché, il più delle volte, eventi come il russamento o le apnee, avvengono nella fase del ciclo del sonno in cui siamo totalmente incoscienti, perciò non ce ne accorgiamo. Per questo dobbiamo fare attenzione ad alcuni “segnali” al mattino quando ci svegliamo come: senso di stanchezza, bocca secca, cefalea o mal di testa che passa dopo una/due ora senza prendere farmaci».
«Un altro segnale precoce a cui fare attenzione è l’alterazione del carattere, spesso infatti i disturbi del sonno tendono a farci divenire più irritabili. Infine, specialmente nei maschi, questi disturbi possono anche causare una riduzione della libido».
Come si curano i disturbi del sonno?
«Innanzitutto dobbiamo scoprire se effettivamente siamo affetti da disturbi del sonno. Il primo e principale esame strumentale che si dovrebbe effettuare è la polisonnografia, che però è un esame che si svolge sempre meno perché richiede il ricovero e l’analisi del paziente tramite elettroencefalogramma. Oggi però abbiamo a disposizione anche un esame un po’ meno complicato, chiamato monitoraggio cardio-respiratorio».
«Il paziente arriva in ambulatorio di solito nel tardo pomeriggio, dopo essersi accomodato si posiziona sul corpo lo strumento usato per il monitoraggio, lasciandolo libero di muoversi agevolmente, poi può tornare a casa. Mezzora prima di andare a dormire il paziente deve indossare due sensori aggiuntivi. Dopo otto ore la macchina si spegne da sola e il paziente può riportarla da noi. A questo punto noi possiamo monitorare una serie di parametri: quanto dorme, la posizione in cui dorme, se russa e quanto forte, la presenza, il numero e la durata delle apnee notturne e il valore più importante, l’eventuale riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue. Questo è il parametro fondamentale per stabilire la gravità del paziente».
Come si curano i disturbi del sonno nei bambini?
«Nel bambino le modalità diagnostiche sono le stesse, cioè si esegue il monitoraggio cardio respiratorio. Questi episodi sono particolarmente frequenti nell’età che va dai 4 agli 8 anni, in quanto in quest’età è molto frequente la presenza di ipertrofia delle adenoidi e delle tonsille, per cui deve essere fatta una visita con l’otorinolaringoiatra per vedere le dimensioni di queste due strutture. In caso si può procedere chirurgicamente alla loro rimozione».
«Un’altra condizione che si riscontra nei bambini che soffrono di disturbi del sonno è il fatto che tendono a respirare con la bocca invece che col naso. E questo può dipendere, da un lato dalle adenoidi, oppure perché hanno un palato stretto. In questo caso si può allargare il palato con delle tecniche particolari e dato che il palato non è altro che il pavimento del naso, allargando il palato, di fatto, allarghiamo anche il naso».
«Come per gli adulti, che spesso nel trattamento dei disturbi del sonno affiancano la psicoterapia, anche i bambini possono averne bisogno. Il motivo è che molti bambini che soffrono di deficit d’attenzione, sono bambini che in realtà soffrono di apnee ostruttive. Disturbi del sonno, cosiddetti neuro cognitivi. L’adulto di solito reagisce al non dormire con la sonnolenza. Il bambino, che è in fase di crescita, ha un’energia che possiamo definire “esplosiva”, perciò reagisce in maniera diversa, per cui ci può essere sia la sonnolenza, ma ci possono essere anche condizioni che portano al bullismo, difficoltà di attenzione, o di iper-eccitazione.
Come si possono curare le apnee ostruttive notturne, a chi devo rivolgermi?
«In questo momento non esiste una cura definitiva per le apnee ostruttive, perciò possiamo solo attenuarne i sintomi. Si tratta di una malattia cronica che va seguita e curata per tutta la vita. La prima cosa che si può fare una volta scoperto che si soffre di apnee, è una visita dall’otorinolaringoiatra che con una rinoendoscopia a fibre ottiche, studia com’è fatto il naso e l’orofaringe. L’esame è eseguito in veglia, perciò si chiede al paziente di eseguire delle azioni che permettono di simulare i movimenti che si eseguono durante il sonno. In seguito, può essere suggerita una visita con lo pneumologo che serve come punto di riferimento complessivo per la definizione del trattamento. Se la visita con l’otorino evidenzia la necessita di un intervento chirurgico o l’utilizzo di Dispositivi d’Avanzamento Mandibolare, chiamati anche MAD, si può misurare l’efficacia del trattamento con la sleep endoscopy».
«Questo esame è uguale a quello che ho descritto prima eseguito dall’otorino. Questa volta però si esegue mentre il paziente sta dormendo. Ad esempio, il paziente arriva nel mio studio e viene posto, con la collaborazione dell’anestesista in uno stato simile al sonno naturale. Nel mentre, noi analizziamo cosa succede nel naso e nella bocca compiendo anche delle manovre specifiche, per capire se il MAD può essere indicato o se è richiesto l’intervento chirurgico».
«Altri casi invece richiedono l’utilizzo di dispositivi posizionali, perché avvengono le cosiddette apnee posizionali, cioè l’ostruzione si manifesta quando ci si mette in una determinata posizione mentre si dorme. Spesso ci capita di incontrare pazienti che dormono sulla schiena e in questa posizione, mentre respirano con la bocca, la lingua tende a cadere all’indietro causando l’apnea».
«Infine vi sono casi in cui si impiega la C-PAP, acronimo di Continuous Positive Air Pressure, un piccolo compressore che tramite una maschera soffia aria nel naso e nella bocca mentre si dorme. Voglio sottolineare che tutti questi dispositivi, e anche l’intervento chirurgico, possono essere usati tutti insieme, soprattutto nei pazienti più gravi».
Allora, cosa dobbiamo fare per prevenire i disturbi del sonno?
«Dovremmo sempre rispettare le regole fondamentali per il buon sonno che ormai molti di noi conoscono: avere una camera fresca, buia, silenziosa, senza orologi e televisione, alzarsi e coricarsi sempre alla stessa ora e prendere una giusta quantità di luce solare durante il giorno per attivare l’innesco del sonno alla sera. Oltre a questo, una cosa fondamentale è avere una vita sana, bevendo pochi alcolici e caffè alla sera e non fumando prima di andare a dormire. Sotto questo punto di vista è importante controllare il peso, perché spesso chi soffre di apnee ostruttive notturne è sovrappeso, per questo nel percorso di trattamento dei disturbi del sonno dovrebbe essere inserita sempre anche la visita dal dietologo. Ritrovare un sonno di qualità può essere un percorso che richiede molto tempo e la costanza è indispensabile per garantirne la piena riuscita».