Dimenticare il diabete: un progetto Europeo per il pancreas bionico

Nel momento in cui soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono dei ripari, altri dei mulini a vento. Così recita un proverbio cinese. Ascoltando Claudio Cobelli, professore emerito di Bioingegneria all’Università di Padova, Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino, al recente TEDxPadova, torna in mente la verità condensata nei proverbi.

In questo primo appuntamento, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete e del centenario della scoperta dell’insulina, andiamo alla scoperta di un nuovo progetto europeo che promette di rivoluzionare la vita dei pazienti diabetici.

Professor Cobelli TEDx Padova Pancreas Bionico
Il Professor Claudio Cobelli

Cobelli, con alcuni colleghi europei, ha ideato e sta letteralmente “costruendo” un rivoluzionario pancreas artificiale, che permetterà alle persone affette da diabete di tipo 1 di dimenticare la malattia, grazie all’ausilio di un algoritmo di controllo, di un sensore e di un microinfusore intraperitoneale (all’interno della membrana che riveste la cavità addominale) per la somministrazione di insulina.
Tutti connessi in modalità wireless. 

L’idea centrale del progetto europeo ForgetDiabetes è quella di realizzare un pancreas bionico, invisibile, intraperitoneale (BIP), capace di sfruttare la concentrazione misurata dal sensore e di infondere l’insulina sfruttando la via peritoneale, entrambe novità rispetto ai sensori e microinfusori di insulina sottocutanea. Il pancreas bionico grazie alla via peritoneale consentirà un controllo glicemico ottimale durante i pasti senza la necessità di dichiarare i carboidrati ingeriti.  Il progetto, partito a ottobre 2020, ha la durata di quattro anni e mezzo, ed è finanziato con 4 milioni di euro. 

Quali sono, professore Cobelli, i prossimi passi del progetto ForgetDiabetes?

I passi più importanti coinvolgono i bioingegneri della Scuola Universitaria Superiore di Pisa, che stanno lavorando alla messa a punto della pompa e della procedura di rifornimento dell’insulina alla pompa stessa mediante una pillola orale. Un altro gruppo di lavoro, in Germania, sta lavorando invece al sensore intraperitoneale, mentre i diabetologi di Montpellier in Francia stanno disegnando gli esperimenti pre-clinici.

A Padova, stiamo lavorando a modificare il simulatore del metabolismo del glucosio con sensore e infusione nel tessuto sottocutaneo che è stato accettato dalla Food and Drug Administration (FDA) per studi in silico (al computer) di pancreas artificiale per estenderlo al caso di sensore di glucosio intraperitoneale e infusione di insulina intraperitoneale. Stiamo inoltre progettando, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DEI), con l’aiuto del simulatore, l’algoritmo di controllo poi impiegato nella pompa. 

Come cambierà la vita delle persone affette da diabete di tipo 1 grazie al BIP? 

In questi ultimi dieci anni il campo delle tecnologie del diabete ha conosciuto un avanzamento importante, come dimostra la larga diffusione dei sensori sottocutanei di glucosio, dei microinfusori di insulina sottocutanei e dei primi pancreas artificiale sottocutanei. Questi però non sono fisiologici, nel senso che non impiegano una via fisiologica come sarà invece quella peritoneale usata dal pancreas bionico.

Il paragone che uso per spiegare come funziona in maniera molto pratica è quello del paziente miope. Può correggere la miopia con gli occhiali, ma se mette le lenti a contatto la correzione sarà invisibile agli altri e lui sarà molto più libero. I benefici in termini di qualità della vita saranno notevoli. Il pancreas bionico ha un controllo ottimale della glicemia, un controllo che sarà personalizzato, automatico e invisibile.

Questi grandi vantaggi risultano particolarmente evidenti quando si pensa che ad essere colpiti da diabete di tipo 1 sono soprattutto bambini e adolescenti, e che il diabete di tipo 1 costituisce il 10% dei soggetti con diabete. Il pancreas con microinfusore intraperitoneale che stiamo mettendo a punto permetterà di ridurre al minimo il pesante impatto legato a tutti gli aspetti pratici della gestione della malattia nel quotidiano dei pazienti e delle loro famiglie.

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