Oggi, all’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS, la ricostruzione mammaria ha fatto un passo in avanti. Per la prima volta, l’équipe dell’UOC Chirurgia Senologica 1 diretta dal dottor Alberto Marchet ha eseguito una mastectomia con protesi del capezzolo.
La diagnosi di cancro al seno, sulle pazienti, ha un impatto psicologico elevato: il rischio di soffrire di depressione è molto alto, ed è causato sia dalla paura della malattia che dal timore di non riconoscersi più. La ricostruzione mammaria successiva ad una mastectomia è dunque un preziosissimo aiuto, per permettere alle donne di tornare alla normalità. E per aiutarle ad amarsi, come e più di prima.
Protesi del capezzolo, una piccola rivoluzione nella ricostruzione mammaria
La ricostruzione del capezzolo segue la mastectomia per carcinoma della mammella, con asportazione del complesso areola-capezzolo:sotto la cute viene creata una piccola tasca, in cui viene successivamente collocata la protesi di capezzolo in silicone. Essendo posizionata laddove c’era il capezzolo originale, il risultato è assolutamente naturale.
Dopo otto giorni, i risultati sono ben visibili. Tuttavia, il sollievo per la donna è immediato. “La protesi del capezzolo determina un’elevata soddisfazione personale, e rappresenta un contributo psicologico importante verso la ripresa della totale normalità psico-fisica” ha spiegato il dottor Marchet.
Come si svolge l’intervento per posizionare la protesi del capezzolo
L’intervento per posizionare la protesi di capezzolo, effettuabile in anestesia locale e in regime ambulatoriale, è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale (che ne riconosce la valenza psicologica). Può essere effettuato dopo qualsiasi intervento ricostruttivo, anche nelle pazienti sottoposte a radioterapia.
I suoi risultati, li ha raccontati la prima paziente ad averlo sperimentato: “È una piacevole sensazione sentire i miei seni di nuovo uguali”.
Erogato in regime di rimborsabilità per i casi selezionati previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza del Sistema Sanitario Nazionale, all’interno del tetto di spesa per i dispositivi medici assegnato allo IOV, l’intervento con protesi del capezzolo risponde a un’esigenza sempre più sentita.
Con la malattia senologica oggi più curabile, le donne chiedono che l’intervento lasci meno conseguenze possibili, sia fisico/estetiche sia psicologiche. Nei casi in cui la mastectomia totale può essere evitata, dunque, è confortante sapere che esistono percorsi ricostruttivi codificati, per una percezione positiva di sé.