La pandemia ha sconvolto la quotidianità di tutti ma, tra i soggetti più colpiti, non si possono che citare gli adolescenti. Chiusi nelle loro case da un giorno all’altro, lontani dalla scuola e dallo sport, con libertà e socializzazione limitatissime, hanno sofferto delle restrizioni. E le loro abitudini sono cambiate. Un’indagine della Fondazione Foresta – condotta su un campione di 5.000 studenti della quinta superiore di Veneto, Campania e Puglia – ha evidenziato alcuni trend: boom del cyberbullismo, sempre più incertezza nell’orientamento sessuale, tra i ragazzi 1 su 4 soffre di solitudine e tra le ragazze 1 su 3 si collega regolarmente a siti pornografici. Ma si registra anche una drastica riduzione nel consumo di alcolici e stupefacenti.
Sesso, COVID e giovani: i risultati della ricerca
Ai ragazzi e le ragazze è stato chiesto di rispondere ai questionari in modo anonimo. Il 15% dei ragazzi ha dichiarato di non essere eterosessuale (contro l’8% del 2018-2019), mentre tra le ragazze la percentuale sale al 29% (nel 2018-2019 era del 22%). Una tendenza molto forte vede i giovani sempre più propensi ad esplorare la loro sessualità su Internet: il 10% di loro ha confessato di utilizzare siti di incontri (il doppio rispetto al biennio precedente), e le ragazze sono sempre più attratte dalla pornografia.
Se nel 2018-2019 i siti pornografici erano frequentati dal 15% delle giovani donne, la percentuale è salita ora al 30% (con un notevole aumento dell’erotismo). Ecco dunque che, in tempi di pandemia, sempre più ragazzi/e si sono dedicati al sexting e al cybersex. Di contro, però, è aumentato anche il cyberbullismo: da quando il primo lockdown è cominciato, ne sono stati colpiti il 25% dei ragazzi e il 40% delle ragazze.
Ciò che emerge dall’indagine è una maggiore fragilità, con 1 ragazzo su 4 che dichiara di soffrire di solitudine e col 19% che si dice insoddisfatto della sua vita (nel 2018-2019 le percentuali erano, rispettivamente, di 1 su 8 e del 10%). Unica nota positiva, il calo nei consumi di alcolici e stupefacenti (-40% e -25% rispetto a due anni fa). Ne emerge quindi uno stile di vita apparentemente più sano, anche in ambito alimentare, con la maggior parte dei giovani che dichiara di seguire una dieta mediterranea.
La didattica a distanza e il lockdown hanno però costretto i giovani ad una maggiore sedentarietà: l’attività fisica è ridotta al minimo, gli sport di squadra solo ora stanno ricominciando, le piscine e le palestre riapriranno nelle prossime settimane. E solo il 30% dei ragazzi/e svolge regolare attività fisica extrascolastica (rispetto al 50% degli anni passati).
Il commento del prof. Carlo Foresta
“La pandemia ha cancellato una parte importante nella socialità dei ragazzi” commenta il professor Carlo Foresta.
Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e sperimentare la sessualità, che si è riversata quindi nell’unico strumento di socialità a loro disposizione: internet. Qui però i rischi derivanti dalla condivisione della propria intimità sul web aumentano, come dimostrato dall’altissima percentuale di atti di cyberbullismo
Inoltre, gli strumenti telematici rappresentano solo una parvenza di socialità, che non può compensare le dinamiche reali dei rapporti sociali che si sviluppano quando la scuola è in presenza. “La maggior solitudine che ne è derivata ha forse aperto nei giovani ampi spazi di auto-riflessione, portando a galla una maggior incertezza nel loro orientamento sessuale.
D’altro canto, se è vero che i comportamenti a rischio come fumo e alcol sono diminuiti, non va ignorato l’impatto del lockdown sull’attività fisica e quindi sulla salute, soprattutto a lungo termine” conclude il professore.