Ha preso il via quest’oggi la terza edizione di Duezerocinquezero, il Forum nazionale sull’energia e la sostenibilità in programma fino a venerdì presso il Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova.
L’evento è promosso da Comune di Padova e AssoESCo e realizzato con il contributo tecnico-scientifico di WST Law & Tax Firm e il forte sostegno, tra gli altri, di EstEnergy Gruppo Hera, Hera Servizi Energia e Energy Spa.
Il pomeriggio di questa prima giornata è stato dedicato ad un focus su salute e sostenibilità, moderato da Maurizio Melis, conduttore radiofonico di Radio 24.
In Italia i medici ci sono, ma sono pagati troppo poco
“Il futuro sostenibile del sistema salute in Italia” – questo il titolo del focus pomeridiano – ha visto la partecipazione, in videoconferenza, del Direttore Generale dell’Agenas Domenico Mantoan che in prima battuta ha sviscerato il tema del finanziamento del sistema sanitario italiano mettendolo a confronto con quello di altri Paesi europei come Germania, Francia e Spagna: “Ci si accapiglia sui punti di PIL, ma io sono abituato a ragionare sui soldi reali. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito ad un aumento di 20 miliardi di euro della spesa sanitaria, con la quota pro capite che è passata da 1900 a 2200 euro. E quando si parla di aumentare i finanziamenti, bisogna anche sapere a cosa destinarli. Per esempio, è vero che ci mancano gli infermieri, ma non che abbiamo pochi medici in Italia: il problema è che li paghiamo troppo poco, gli stipendi sono la metà di quelli che percepiscono nel resto d’Europa”.
Rispetto a Francia e Germania, il nostro Paese dispone un numero molto inferiore di posti letto ospedalieri: “Si tratta di una scelta organizzativo-culturale, in Italia abbiamo deciso di de-ospedalizzare per motivi di costo, ma il nostro sistema ospedaliero è molto efficiente, è il sistema territoriale che è carente. Ci stiamo mettendo una pezza con il PNRR, e soprattutto stiamo facendo un investimento culturale con la telemedicina, che ci permette di curare pazienti anziani e cronici da casa. Di necessità abbiamo fatto virtù, ma alla fine della nostra rivoluzione avremo un sistema sanitario estremamente innovativo”.
Un debito comune Europeo per una sanità più efficiente
Dopo Mantoan, ha preso la parola l’europarlamentare Brando Benifei: “L’Unione Europea ha scelto di reagire insieme alla crisi pandemica, si è presa l’impegno di agire creando un debito comune per intervenire sulle strutture e sulla capacità di organizzare la sanità in maniera più efficace. Proseguire su questa strada, con piani come il PNRR e interventi sul fronte normativo è importante per mettere in campo progetti specifici, ma io creda serva anche un ragionamento di fondo politico-culturale: sono convinto che un’Europa più unita possa anche offrire una risposta sanitaria più coesa ed efficace, in grado di garantire la salute come diritto universale di ogni cittadino.
Oggi, per esempio, la spesa italiana non è adeguata al fabbisogno sanitario, ma la questione non è solo l’aumento della spesa, bensì che questa sia efficiente e solo il livello europeo può fare in modo che ogni euro sia speso bene”.
La sostenibilità nel sistema salute
Alla tavola rotonda hanno preso parte anche il Direttore Strategy, Communication, Business Support & Development di Siram Veolia Maria Vittoria Pisante, il fondatore di Barrel Matteo Villa, l’AD di Medishare Telemedicine Roberto Brancati. In veste di moderatore, insieme a Melis, Daniele De Luca, professore di Neonatologia dell’Università Paris Saclay.
In precedenza avevano parlato di “Sostenibilità e compliance nel mondo della salute” il Presidente di Confapi Sanità Michele Colaci, il Vicepresidente di Confimi Industria Sanità Massimo Marcon, gli avvocati Letizia Macrì, in rappresentanza di AITRA – Associazione Italiana Trasparenza ed Anticorruzione, e Antonio Candotti, per lo studio WST.
Si è discusso, in particolare, del recente provvedimento di Payback rivolto alle imprese della salute. Un provvedimento che, secondo i relatori, presenta diverse lacune e contraddizioni senza risolvere il problema della sostenibilità del sistema sanitario. In questo senso, le aziende del settore chiedono un intervento dello Stato, che possa supportare il sistema attraverso incentivi rivolti alle imprese, sensibilizzazione culturale e agevolazioni.