Padova ha accolto con entusiasmo la giornata inaugurale del World Health Forum Veneto, tenutasi presso il Palazzo della Ragione. L’evento ha visto la partecipazione di 400 persone, con un’ampia richiesta online che ha superato le 500 prenotazioni. In quattro giorni, fino a sabato, interverranno oltre 100 speaker, con ricercatori, accademici ed esperti in rappresentanza di 35 fra università e centri di ricerca, di cui 13 dall’estero, e di oltre 20 aziende del settore farmaceutico, dispositivi medici e di software per la salute.
Il dibattito su come prepararsi alla prossima pandemia
A inaugurare l’evento è stato il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, seguito da una conversazione tra la Magnifica Rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli e gli accademici Angelo Paolo Dei Tos, Gaudenzio Meneghesso, Mattia Veronese e Roberto Vettor. Come prevedere la prossima pandemia è stato il primo tema della giornata, affrontato da Giorgio Palù, professore emerito di microbiologia e virologia all’Università degli Studi di Padova e past presidente della European Society for Virology, e Thomas Mertens, presidente dello STIKO (commissione permanente sui vaccini del Robert Koch Institute, Germania) e professore emerito di virologia all’Università di Ulm.
La sessione di apertura ha messo in luce le lezioni apprese dalla pandemia di Covid-19, con un focus particolare sui dati e la loro importanza. «In Germania quel che più ci è mancato sono buoni dati, le nostre strutture non erano preparate ad averli e processarli in tempo reale – ha detto Thomas Mertens –. Questo in futuro deve assolutamente cambiare: dovremo avere dati e valutarli in brevissimo tempo».
Non possiamo predire quale sarà la prossima pandemia ma «l’attuale situazione globale è molto favorevole a rendere dei patogeni pandemici – ha spiegato Mertens – a partire dalla crescente popolazione di bestiame, dalla crescita demografica umana, fino alla possibilità di viaggiare velocemente».
Giorgio Palù, dall’altro lato, ha evidenziato il potenziale dell’intelligenza artificiale e dei modelli predittivi per affrontare future pandemie. «Dovremo costituire un’entità centrale, non è sufficiente la HERA – Health Emergency Preparedness and Response Authority di Bruxelles, poco più di un ufficio burocratico – ha sottolineato Palù – Ci vorrebbe un centro europeo dove gli specialisti possano discutere e siano in grado, appena emergesse una nuova pandemia, di stabilire la risposta più opportuna da dare. In Italia l’hub anti pandemico del Biotecnopolo di Siena, nato sulla carta tre anni fa, non è ancora attivo».
Prossimi appuntamenti del World Health Forum Veneto: focus su AI e etica in medicina
Il programma continua presso il Padova Congress, con sessioni dedicate all’intelligenza artificiale in medicina, il ruolo centrale dei dati, la medicina di precisione, e le questioni etiche connesse all’uso delle nuove tecnologie in campo sanitario. Tra gli speaker di spicco, Mihaela van der Schaar e Yael Ophir, che approfondiranno il potenziale rivoluzionario dell’AI e le sue implicazioni pratiche nel sistema sanitario.
L’iscrizione agli incontri è ancora aperta, offrendo un’opportunità unica per aggiornarsi sui progressi più recenti in campo medico e tecnologico. Più info su https://worldhealthforum.it/