Grasso ostinato resistente ad ogni dieta? Può essere lipedema

Capita spesso di combattere per anni contro l’ago della bilancia, con gran fatica raggiungere il peso corretto, mantenuto con sport e attenzione costante alla tavola, senza però riuscire a modificare, se non marginalmente la propria forma. Chi convive con accumuli di adipe localizzato sa bene quanto possa essere frustrante cercare di eliminare proprio quel tipo di cuscinetto, un accumulo che pare insensibile a ogni nostra fatica. 

Fortunatamente negli ultimi anni gli specialisti hanno trovato le parole giuste per classificare il problema – detto “lipedema” – e un corretto approccio multidisciplinare che consente di curarlo. Accanto all’aspetto prettamente estetico, il “lipedema” porta con sé anche una pesante sintomatologia che va dalla sensazione di tensione e pesantezza degli arti, alla sensazione di freddo, al dolore, fino alle teleangectasie e agli ematomi. A Padova, la Clinica Linfologica Italiana, da trent’anni in prima linea nella cura del “linfedema”, ha saputo individuare con prontezza questa problematica, che pur presentando alcune somiglianze con il linfedema, ha evidenti e sostanziali differenze.

Lipedema
La Dott.ssa Germana Marangon

Questo perché – come chiarisce con molta onestà Germana Marangon, responsabile della Clinica – il “lipedema” può essere curato, ma non guarito in maniera definitiva. Non va però lasciato senza trattamento perché può peggiorare notevolmente la qualità di vita della persona che ne è affetta. La sua origine, probabilmente genetica, spiega anche perché possiamo curarlo ma non eliminarlo: con il giusto percorso il miglioramento della sintomatologia della consistenza e della riduzione volumetrica possono essere sorprendenti sotto l’aspetto estetico e di salute. 

In cosa consiste il “lipedema”?

«Si tratta di una patologia del tessuto adiposo che provoca accumuli di adipe localizzati a livello degli arti, con sviluppo di infiammazione cronica. Questo tipo di grasso si accumula con una distribuzione irregolare nel sottocutaneo. Il lipedema non è una conseguenza del sovrappeso, in quanto non si tratta di un eccesso di adipe da alimentazione, ma di una patologia alterata degli adipociti».

Chi colpisce il “lipedema” e quando?

«Il lipedema colpisce in prevalenza donne e compare tipicamente durante la pubertà o nei periodi soggetti ad importanti sbalzi ormonali (gravidanza, menopausa) e anche con l’uso di contraccettivi orali. I numeri che oggi abbiamo del fenomeno sono sottostimati, perché persiste ancora una grande difficoltà a fare la corretta diagnosi. Le pazienti arrivano da noi dopo anni di battaglie, spesso “contro i mulini a vento”, perché puoi correre quanto vuoi, mangiare pochissimo, fare massaggi, ma il problema permane».

In quali zone compare di solito il lipedema?

«La proliferazione di adipe simmetrica e bilaterale colpisce le gambe e a volte anche le braccia, mentre mani e piedi ne sono esenti. Se ne distinguono 5 tipi differenti e quattro stadi clinici».

Come intervenite sul problema del lipedema?

Lipedema
Una delle attività sportive di gruppo, il Nordic Walking

«Innanzitutto con il protocollo di cura secondo le linee guida internazionali, partendo da una corretta diagnosi clinica e strumentale. E con un approccio al problema rigorosamente multidisciplinare. All’inquadramento clinico, anamnesi ed esami strumentali segue, infatti, la stesura di un protocollo personalizzato. L’approccio multidisciplinare che adottiamo consente di stabilizzare e rallentare l’infiammazione tissutale tipica della malattia. Sono tante le carte da mettere in campo per accompagnare la paziente. A ridurre l’infiammazione concorrono l’alimentazione e la terapia di decongestione mirata, l’attività fisica specifica con l’uso di capi compressivi durante l’attività sportiva; tutto però va eseguito al momento giusto, passando da una fase all’altra con attenzione. La paziente può contare sul supporto di un’intera equipe, compreso anche il sostegno motivazionale e psicologico mirato. Le fasi sono diverse e il follow up successivo è di vitale importanza».

Quante pazienti avete avuto in carico finora?

«Possiamo stimare circa 550 pazienti dal 2018 ad oggi, con risultati molto buoni come sottolineano le persone che seguiamo con cura e attenzione».


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