Secondo l’ultima indagine condotta dall’Osservatorio Sanità di UniSalute in collaborazione con Nomisma, solo il 39% dei padovani monitora la propria salute con controlli regolari, una percentuale che rimane invariata rispetto all’anno precedente. Il dato emerge chiaro: ridurre i tempi di attesa potrebbe spingere circa il 38% degli intervistati a sottoporsi a più controlli preventivi. Inoltre, il 17% si sentirebbe incentivato da una maggiore disponibilità di date e orari per le visite.
La prevenzione sanitaria a Padova
Nonostante l’alto contatto con il medico di base, con il 90% del campione che lo ha consultato almeno una volta nel 2023, le visite specialistiche rimangono trascurate. Circa un terzo dei padovani (31%) non si sottopone a controlli odontoiatrici da più di tre anni, e una percentuale simile (36%) non ha mai fatto una visita dermatologica per valutare i nei. Ancora più preoccupante è la situazione delle donne, con oltre il 27% che non visita un ginecologo da almeno tre anni.
L’impatto economico sulla mancata prevenzione a Padova
La ricerca evidenzia anche un significativo impatto economico sulla prevenzione: il 57% degli intervistati farebbe più controlli se fossero gratuiti, e il 30% se inclusi in un pacchetto di welfare aziendale. Inoltre, la cultura della prevenzione a Padova è debole, con più della metà dei cittadini (53%) che evita le visite preventive, ritardandole in caso di problemi di salute trascurabili o tentando di minimizzarle quanto più possibile.
In conclusione, l’analisi di UniSalute dimostra che i tempi di attesa, le barriere economiche e una scarsa cultura della prevenzione sono i principali ostacoli che impediscono ai padovani di impegnarsi più attivamente nella cura della propria salute. Ridurre questi ostacoli potrebbe notevolmente aumentare la frequenza dei controlli preventivi, portando a una comunità più sana.