Il 28 luglio è stato istituito a livello internazionale il World Hepatitis Day, la Giornata Mondiale contro le Epatiti, con la volontà di puntare i riflettori sulla malattia, sulla conoscenza, la prevenzione e la cura delle diverse forme di epatiti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità punta alla drastica riduzione, meglio ancora all’eliminazione delle infezioni da epatite virali di tipo B e C entro il 2030.
Per il virus dell’epatite B (HBV) in Italia, già dal 1991, è stata introdotta la vaccinazione obbligatoria, mentre per l’epatite C non esiste ancora un vaccino preventivo. Per questo, anche nel nostro paese, è stata avviata una campagna di screening gratuiti per l’identificazione dell’infezione da virus dell’epatite C (HCV) e per la successiva cura.
L’epatite C infatti, nella maggior parte dei casi, rimane silente per anni senza alcun sintomo che ne possa svelare la presenza. Se non viene identificata e successivamente trattata, può causare patologie molto più gravi come la cirrosi epatica o il tumore del fegato. Tuttavia, non bisogna spaventarsi poiché l’epatite C non è più pericolosa come un tempo. Dal 2015 è stata messa a disposizione delle persone affette da epatite C una cura farmacologica altamente efficace, con tassi di guarigione che arrivano fino al 98-99% dei casi.
Chi può eseguire gli screening per l’epatite C
In Veneto le diverse ULSS, l’Azienda Ospedaliera di Padova e quella di Verona, l’Istituto Oncologico Veneto (IOV) partecipano attivamente alla campagna di screening gratuiti per l’epatite C che, per ora, si rivolge alle persone nate tra il 1969 e il 1989. Finora lo screening ha coinvolto 11.000 veneti.
«La scelta di concentrarsi su questa fascia di popolazione è il risultato di modelli matematici e studi epidemiologici compiuti una decina d’anni fa, sulle persone positive al virus dell’epatite C e soprattutto sulla loro potenzialità di trasmissione – spiega il dottor Salvatore Lobello, Referente dell’ULSS 6 Euganea per la campagna di screening per l’epatite C – oltre a questa fascia di popolazione, gli screening si rivolgono anche a categorie di persone selezionate, come i pazienti seguiti dai centri per le dipendenze (SERD) e i detenuti».
«Ampliare la fascia di popolazione coinvolta in questi screening potrebbe risultare molto utile se ci rivolgessimo ad una fascia di popolazione ancora più anziana – continua Lobello – i potenziali portatori sani del virus, cioè quelle persone che sono infette ma che stanno bene e perciò non ne sono a conoscenza, potrebbero essere molti in questa fascia. Questo a causa di alcune vecchie pratiche mediche che purtroppo hanno favorito la diffusione del virus».
Come si partecipa agli screening gratuiti per l’epatite C in Veneto
La campagna ha preso il via il 16 maggio 2022 e partecipare agli screening gratuiti è facilissimo come ci spiega il dottor Lobello: «Una persona che appartiene alla fascia d’età 1969-1989 ha diverse opzioni per informarsi e partecipare agli screening gratuiti per l’epatite C. In tutti i nostri laboratori d’analisi e ambulatori sono presenti poster, volantini e libretti informativi riguardo a questa iniziativa. Ci si può rivolgere direttamente ai laboratori d’analisi pubblici delle ULSS del Veneto e richiedere, anche senza impegnativa del medico curante, di eseguire il prelievo per partecipare agli screening».
«Inoltre, i pazienti target della campagna, quando devono eseguire delle analisi di routine, come i normali esami del sangue, vengono informati della possibilità di partecipare gratuitamente alla campagna di screening per l’epatite C tramite l’email di conferma della prenotazione – prosegue Lobello – anche nei casi di ricoveri improvvisi o programmati i pazienti target vengono informati della possibilità di eseguire il prelievo gratuito di sangue per individuare l’epatite C. Lo step successivo, nel caso una persona ancora non sia a conoscenza di questa campagna, è l’invio a casa di una lettera che contiene l’invito a partecipare agli screening e le diverse modalità per eseguire il prelievo».
Cosa succede in caso di positività e come funziona la cura per l’epatite C
I risultati del prelievo dello screening sono inviati direttamente nel Fascicolo Elettronico del paziente. In caso di positività, saranno direttamente le ULSS di competenza a contattare la persona interessata, come sottolinea Lobello: «Ad esempio, nel caso dell’ULSS 6 Euganea, la persona a cui viene identificata un’infezione da epatite C può essere contattata telefonicamente dall’Ambulatorio di Epatologia dell’Ospedale di Schiavonia, dall’Ambulatorio Epatologico di Cittadella o dall’Ambulatorio Epatologico dell’Ospedale ai Colli di Padova, il tutto a seconda della zona di residenza del paziente».
«Una notizia di positività non deve spaventare, anzi, identificare l’epatite C senza screening specifici come quelli che stiamo eseguendo per questa campagna è molto difficile. Per di più – aggiunge il dottor Lobello – ora che abbiamo a disposizione questa cura farmacologica, guarire dall’epatite C è possibile. Si tratta di una cura che deve essere assunta per bocca in cicli che vanno da 8 a 12 settimane e che è altamente sicura e tollerabile per le possibili interazioni farmacologiche con altri tipi di terapie, e porta nel 98/99% dei casi, ad una piena guarigione».
Una cura che è stata un vero e proprio punto di svolta per il trattamento dell’epatite C come i racconta il dottor Lobello: «Tra il 2015, anno dell’arrivo della cura per l’epatite C, e il 2018 abbiamo “ripulito” i centri di controllo e gli ambulatori che si occupavano dei pazienti affetti da questa patologia, guarendo centinaia di persone. Per questo la campagna di screening gratuiti per l’epatite C è così importante, poiché ora rimangono solo da identificare le persone a rischio, per poi procedere con la terapia e con la loro guarigione».
Quanto dura la campagna di screening per l’epatite C
Ufficialmente la campagna di screening gratuiti per l’epatite C è partita il 16 maggio e dovrebbe concludersi alla fine di quest’anno, il 31 dicembre 2022: «La data ufficiale di conclusione della campagna è il 31 dicembre ma, se prendiamo ad esempio la popolazione target dell’ULSS 6 Euganea di Padova, trattandosi di più di 200.000 persone, diventa difficile eseguire tutti questi screening in un periodo così ristretto. Per questo ormai è quasi assodato che la campagna verrà prorogata anche a tutto il 2023».
«L’Italia è a buon punto nel raggiungimento dell’obiettivo di eradicazione dell’infezione da epatite C – conclude il dottor Lobello – probabilmente tarderemo di due o tre anni rispetto all’obiettivo imposto dall’OMS del 2030, soprattutto a causa della pandemia da COVID-19, tuttavia siamo sulla buona strada per eliminare finalmente questa malattia».
Anche di Salute in campo per la lotta all’epatite
Anche nell’ambito del primo evento Dì Salute Weekend, il 14 e 15 maggio scorsi in Prato della Valle a Padova, è proseguito l’impegno nella lotta all’epatite C grazie al progetto “Uniti contro l’epatite C” di Croce Rossa Italiana – Comitato di Padova, in collaborazione con l’UOC di Gastroenterologia e la SSD Trapianto Multiviscerale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova.
Nelle due giornate di prevenzione gratuita in piazza sono stati eseguiti 120 test per l’epatite C: https://disalute.it/di-salute-weekend-1-300-visite-e-quasi-100-casi-da-approfondire/