L’allerta caldo tiene banco dall’inizio dell’estate, alternata solo sporadicamente da giornate più fresche e da temporali talvolta distruttivi.
Ma che cos’è, di preciso, l’allerta caldo? Quando bisogna prestare particolare attenzione e quali sono le precauzioni da adottare? Scopriamolo insieme.
Che cos’è l’allerta caldo
Si parla di allerta caldo quando, per molti giorni consecutivi, si registrano temperature particolarmente elevate accompagnate in genere da alti livelli di umidità, vento scarso e forse irraggiamento solare. La condizione, ovviamente, si verifica a livello locale: non in tutto il Paese le condizioni climatiche sono le stesse nello stesso momento. Per questo motivo il Ministero della Salute ha stabilito quattro livelli di rischio:
- 0 – verde;
- 1 – giallo;
- 2 – arancione;
- 3 – rosso.
Mentre il livello 0 non desta preoccupazione, dall’1 in poi la situazione cambia: al livello 2 e 3 aumentano gli accessi al Pronto Soccorso, e la mortalità cresce del 29% specialmente tra i soggetti più fragili.
Il rischio, quando il livello d’allerta è massimo, è che il corpo subisca serie conseguenze. Oltre i 40°C corporei, le proteine e gli enzimi non funzionano più bene: è il motivo per cui sulla pelle sono presenti i recettori per la temperatura, che consentono al sistema di termoregolazione corporeo di entrare in funzione per disperdere calore attraverso la sudorazione. Se però il sistema si inceppa, la persona subisce uno stress termico: è il cosiddetto “colpo di calore”. A contare, tuttavia, non sono solamente i gradi: l’umidità ha un’influenza enorme. Basti pensare alle saune, dove si tollerano temperature fino a 90°C poiché l’aria è molto secca: se l’umidità è troppo elevata il sudore non evapora, il corpo non si raffredda, e si “bolle” dall’interno.
Chi deve prestare particolare attenzione al caldo
Quando c’è un’allerta caldo, tutti devono stare attenti: anche i soggetti giovani, allenati e in ottima salute possono soffrire di disturbi legati all’afa eccessiva. Tuttavia, una particolare accortezza la richiedono i soggetti fragili: chi ha una grossa massa corporea, i bambini (il cui meccanismo di termoregolazione non funziona ancora alla perfezione), i neonati, gli anziani (la capacità di adattarsi alle condizioni ambientali esterne diminuisce con l’aumentare dell’età) e le donne in gravidanza. La temperatura basale si alza nelle donne incinte, ma non solo: la disidratazione può aumentare la vasopressina, un ormone associato al rischio di parto pretermine.
Attenzione anche al tempo trascorso in auto: quando le temperature superano i 37°C, nelle automobili di colore scuro si può creare un “effetto forno” con una temperatura dei sedili e del volante superiore ai 50°C e una temperatura interna fino a 46°C. Restare in auto sotto al sole, senza aria condizionata, può essere fatale agli uomini come agli animali.