Vorresti donare sangue ma hai paura degli aghi?

Quante persone sono terrorizzate dagli aghi, dalle siringhe e da tutti quegli oggetti appuntiti potenzialmente pericolosi? Se anche tu lo sei probabilmente soffri di Belonefobia, una paura quasi morbosa che sfocia in episodi di ansia e sofferenza, a volte veri attacchi di panico.

E’ una paura che colpisce indistintamente uomini e donne, si stima circa un 10% della popolazione mondiale, eppure tutti prima o poi dobbiamo effettuare degli esami del sangue, dei prelievi venosi.

Ma i Donatori di Sangue come fanno? Non hanno paura?

Ne parliamo con la dott.ssa Paola Sabbion, Medico Specialista in Ematologia, Responsabile Sanitario AVIS Servizio Raccolta Convenzionato presso Ospedale dell’Angelo a Mestre – Venezia

Dott.ssa Sabbion, perché abbiamo questa “paura degli aghi”, lei come si comporta davanti ad un Donatore che manifesta questo timore, magari anche alla prima donazione, ma soprattutto, come è possibile vincere questa paura?

dr.ssa Paola Sabbion, Direttore Sanitario

La paura degli aghi rientra nella nostra comune esperienza del dolore e di come affrontarlo e superarlo. E’ fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con il Donatore e per tranquillizzarlo è necessario comunicargli ogni fase del processo che porterà alla donazione: dal colloquio preliminare all’utilizzo dei materiali, alla sala prelievi, al continuo controllo da parte dei Medici ed Infermieri, all’ago da donazione che consente il defluire del sangue in tempi e velocità adeguate ovvero circa 8-10 minuti.

Il Donatore deve sentirsi libero di esprimere i propri dubbi, paure e timori così da maturare un progressivo adattamento alle varie fasi della donazione. Fondamentale è il ruolo degli Infermieri i quali hanno il maggior contatto temporale con il Donatore. Sono infatti i più preparati per cogliere quei segnali spesso non verbali che esprimono i Donatori così da intervenire in ogni momento della raccolta. E’ dunque necessario creare un ambiente accogliente, sicuro e disponibile, dove anche il Donatore più timoroso può sperimentare che la donazione ed il suo ago non sono poi così difficili da affrontare. Molti Donatori, inizialmente timorosi nei confronti degli aghi in generale, grazie alla donazione vincono questa fobia.

Sentiamo spesso parlare del bisogno di sangue negli ospedali, della mancanza di scorte e delle nuove esigenze per curare tante patologie, non per ultima il Covid 19. Perché è così importante donare sangue ?

Il sangue è un tessuto che non si produce artificialmente, non è sostituibile, ed è una preziosa terapia per curare numerose patologie, sia chirurgiche che mediche, in pazienti appartenenti ad ogni età: dalla neonatologia ai grandi anziani. Il Donatore è dunque l’unica fonte possibile di sangue e dei suoi derivati. L’atto di donazione è un gesto di grande altruismo, generosità, gratuità e consapevolezza. Grazie al quotidiano ed incessante fluire dei Donatori nei vari Centri di Raccolta Trasfusionali, possiamo assicurare agli ammalati l’emocomponente più idoneo.

Quali sono i primi passi necessari per diventare Donatore di Sangue?

Chiunque goda di buona salute e non soffra di patologie gravi può avvicinarsi ai Centri Trasfusionali AVIS del proprio Ospedale per informarsi. Si può iniziare a donare dall’età di 18 anni sino ai 65 anni e si deve pesare non meno di 50 kg.

Previo appuntamento, si verrà sottoposti ad una anamnesi dettagliata e ad una visita medica, seguirà un prelievo ematico per i test obbligatori preliminari, incluso l’elettrocardiogramma.

Tutto il Personale Sanitario è formato e disponibile per ogni quesito o dubbio che il Donatore voglia presentare. All’esito degli accertamenti preliminari il Donatore, se ritenuto idoneo, verrà informato ed invitato alla donazione, analogamente verrà comunicata la non idoneità.

Cosa succede dopo la donazione? E soprattutto come ci si sente fisicamente? Si è poi in grado di lavorare o sarebbe meglio rimanere a casa a riposo?

La donazione avviene in ambiente sanitario controllato in presenza costante di Medici ed Infermieri quindi in tutta sicurezza per il Donatore che in pochi giorni recupererà tutto il sangue donato, sia nella componente cellulare che nella componente liquida. Gli accertamenti preliminari alla donazione, la visita effettuata il giorno della donazione e le indicazioni fornite al Donatore in ordine ai comportamenti da seguire dopo la donazione, permettono che la stessa avvenga in totale sicurezza. La quantità donata prevista dalla vigente normativa è di 450 ml di sangue e l’intervallo minimo tra due donazioni è di 90 giorni.

Dopo la donazione il Donatore non deve alzarsi subito dalla poltrona ma attendere almeno 10 minuti; è comunque sempre controllato a vista dal personale Infermieristico presente in sala prelievi. Passato questo tempo in relax, il Donatore viene invitato ad alzarsi lentamente ed accompagnato nell’area ristoro allestita con bevande ed alimenti, in genere caffè, the, succhi di frutta, acqua, crackers, fette biscottate, croissant, etc., dove potrà assumere il cibo comodamente seduto e sempre controllato dal personale del Centro di Raccolta.

Poi al proprio domicilio il Donatore dovrà osservare per almeno 24 ore un periodo di riposo, astenendosi da attività lavorative pesanti, allenamenti sportivi. Dovrà inoltre assumere almeno un litro di liquidi, evitare alcolici, assumere pasti semplici e in quantità moderata, restare sempre con qualcuno nelle ore successive alla donazione e comunicare al proprio Centro di Raccolta eventuali problemi manifestati dopo la donazione (dolore al braccio, astenia etc.)

Cosa succede al sangue donato? Dove finirà? Si potrà sapere a chi servirà?

La sacca di sangue donata viene sottoposta obbligatoriamente ai test di legge, sierologici ed ematochimici, prima di essere trasfusa e solo dopo aver passato il vaglio è resa disponibile per i reparti ed i pazienti: gli standard di controllo sono molto elevati.

Chiunque ne abbia bisogno è un potenziale beneficiario del sangue raccolto: chi si debba sottoporre ad interventi in urgenza o programmati ma anche a chiunque ne necessiti, infatti il bene preziosissimo del sangue è a completa disposizione degli ospedali in ogni momento. In Italia la donazione è anonima, non retribuita, gratuita, periodica e consapevole.

In questo particolare momento di pandemia da SARS-CoV-2, il soggetto che ha avuto l’infezione ed è dichiarato guarito, può donare il proprio plasma che contiene gli anticorpi contro il virus (plasma iperimmune) per supportare la cura degli ammalati di COVID. Per accedere a tale donazione, su base volontaria, ci si deve rivolgere ai Centri Raccolta Sangue del proprio Ospedale dove verranno fornite tutte le informazioni per sottoporsi agli accertamenti preliminari

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